Roseto. Per il prossimo anno non sarà concessa nessuna nuova autorizzazione per il commercio ambulante sul demanio marittimo.
È quanto ha deciso l’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Enio Pavone, che questa mattina, insieme al segretario generale dell’Ente, Vincenzo Benassai, al responsabile dell’Ufficio Commercio, Giuseppe Vallese, e a Daniele Vallonchini dell’Ufficio Demanio, ha incontrato la locale associazione Balneatori, presieduta da Bruno Pierandozzi, l’Adusbef, rappresentata da Luciano Scaramazza e Confcommercio, referente Lina Polisini, per regolamentare le attività commerciali sulle aree demaniali marittime.
I rappresentanti delle associazioni commercianti, balneatori e consumatori hanno sollecitato, inoltre, interventi più mirati e incisivi per contrastare il commercio abusivo in spiaggia, facendo presente che il fenomeno costituisce concorrenza sleale e colpisce duramente gli operatori locali tenuti, invece, a rispettare tutta una serie di adempimenti in materia fiscale, igienico-sanitaria ecc.
“Da parte dell’amministrazione e del sottoscritto” dichiara il primo cittadino “c’è l’impegno a convocare le parti ad un nuovo tavolo, in programma nel prossimo mese di febbraio, per pianificare e coordinare una serie di interventi, tra cui le necessarie iniziative di sensibilizzazione dei cittadini, affinché nella prossima stagione balneare il fenomeno del commercio abusivo in spiaggia possa essere efficacemente circoscritto ed eliminato. Come avviene in altri centri balneari, tra i quali Rimini, la nostra idea è quella di attivare una collaborazione tra pubblica amministrazione e operatori per effettuare servizi di controllo e vigilanza privata sulle spiagge, sin dalle prime ore del mattino, al fine di verificare i punti di smistamento delle merci vendute illegalmente”.
Come già fatto per altri settori, inoltre, l’Amministrazione intende programmare delle iniziative di educazione alla legalità rivolte ai consumatori, per dissuaderli dall’acquisto di prodotti venduti illegalmente e di merci contraffatte, che mettono in crisi l’intera filiera di produzione.