Arrestato a Pesaro teramano dirigente Agenzia delle Entrate

finanzaPesaro. Un accertamento per un’evasione presunta da 60 milioni milioni di euro che “magicamente” si trasforma in 5.

E’ stato questo a mettere nei guai Piero Micheli, 60 anni, teramano, dirigente dell’ufficio controlli dell’Agenzia delle Entrate di Pesaro, ora agli arresti domiciliari. Indagati altri due funzionari. Regali, benefit, acquisti agevolati e sconti in cambio di verifiche soft nelle aziende: con queste accuse – formulate nei reati di concussione, corruzione, abuso d’ufficio e sottrazione di atti pubblici – il capo ufficio controlli della Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Pesaro, Piero Micheli, 60 anni, è stato arrestato ieri dalla Guardia di Finanza e posto ai domiciliari a Urbino. Secondo gli inquirenti, Micheli, avrebbe ottenuto in particolare delle «utilità» (nell’indagine non si parla di denaro ma, appunto, di regalìe) dalla Imab di Fermignano per ammorbidire i controlli su una presunta maxi evasione fiscale e con lui sono finite indagate per i medesimi reati altre sette persone. Fra queste, due funzionari dell’Agenzia dell’Entrate (uno è Claudio Maggiori, ex direttore della sede di Pesaro oggi in pensione).Per la Procura di Urbino si tratterebbe di un consolidato sistema, attraverso il quale, in cambio di specifici benefici, si istruivano favorevolmente per il contribuente gli accertamenti fiscali, adoperandosi affinchè i nominativi avvantaggiati finissero in fondo alla lista dei soggetti da selezionare per l’esecuzione dei controlli. Un meccanismo che sarebbe venuto alla luce quando le fiamme gialle hanno cominciato a compiere accertamenti sulla Imab. La maxi evasione fiscale, che sarebbe stata segnalata con un verbale all’Agenzia delle Entrate di Pesaro, si sarebbe tradotta in un avviso di accertamento di soli 5 milioni, meno del 10% della somma contestata, ma la direzione regionale non avrebbe dato il suo ok alla proposta.Intanto la stessa direzione regionale Marche fa sapere che Piero Micheli è già stato sospeso da tempo dal servizio con un provvedimento disciplinare, unitamente alla revoca dell’incarico dirigenziale, per «profili di illegittimità amministrativa» e spiega di aver «offerto da subito la massima collaborazione all’autorità giudiziaria».

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