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Ricerca Petrolio, la minaccia riparte da Teramo SCARICA I DOCUMENTI

“Nessuna autorizzazione è stata concessa” alle imprese petrolifere nonostante “i possibili vantaggi in termini di investimenti e occupazione” disse Chiodi, eppure, secondo gli ambientalisti (Comitato per la Difesa della Riserva del Borsacchio, Coordinamento Nazionale NO TRIV – Sezione Abruzzo, Italia Nostra Abruzzo, Legambiente Abruzzo. WWF Abruzzo, da domani Plus Italiana, Medoilgas e Petrorep Italia verranno  a cercare idrocarburi in Abruzzo: c’è un’intesa del rilasciata dalla Regione del 24.1.2013. (CLICCA E SCARICA I DOCUMENTI: PERMESSO MINISTERO.pdf – LETTERA MINISTERO-REGIONE – ISTANZA COLLE DEI NIDI).

Ecco la storia tappa per tappa, denunciata da Comitato per la Difesa della Riserva del Borsacchio,Coordinamento Nazionale NO TRIV – Sezione Abruzzo,Italia Nostra Abruzzo,Legambiente Abruzzo,WWF Abruzzo

CERCASI PETROLIO IN PROVINCIA DI TERAMO: ACCORDATO IL PERMESSO DI RICERCA “COLLE DEI NIDI”
IL FATTO: Il Ministero dello Sviluppo Economico ha accordato alle compagnie Gas Plus Italiana, Medoilgas e Petrorep Italia il permesso di ricercare idrocarburi liquidi e gassosi in un’area vasta 83,19 kmq., suddivisa tra i Comuni di Bellante, Campli, Controguerra, Corropoli, Mosciano Sant’Angelo, Nereto, Sant’Omero, Torano Nuovo, Tortoreto e Spinetoli.
Da domani la Gas Plus Italiana potrà dare avvio in qualsiasi momento al programma di ricerca che, superata una fase iniziale la rielaborazione di dati già esistenti e la Valutazione di Impatto Ambientale, potrà comportare la programmazione di un rilievo sismico e la perforazione di un pozzo esplorativo della profondità di circa 3.500 metri. 
Fatta eccezione per il titolo di ricerca “Civitaquana”, che riguarda soprattutto le provincie di Pescara e L’Aquila, in fatto di petrolio per la provincia di Teramo è la “prima assoluta”.
COME CI SI E’ ARRIVATI: a spiegarlo è lo stesso provvedimento del MSE, che ripercorre tutti i passaggi amministrativi. Ci sarà modo, nei prossimi giorni, di spiegare nel dettaglio.
Da una prima lettura, gli elementi che balzano subito agli occhi sono almeno quattro:
1) il titolo concerne la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi. Il testo è cristallino: “… è accordato per anni sei , a decorrere dalla data del presente decreto, il permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi convenzionalmente denominato Colle dei Nidi in territorio delle provincie di Teramo ed Ascoli Piceno”;
2) l’esito positivo del procedimento autorizzativo ha la sua pietra angolare nella Strategia Energetica Nazionale varata dal Governo Monti e rilanciata con enfasi dal Governo delle “larghe intese”. La “Colle dei Nidi” è solo una piccola parte di quel distretto minerario in cui, secondo i piani della SEN, dovrà trasformarsi l’Abruzzo (“Ritenuto che il permesso di ricerca possa essere conferito al fine di valorizzare per mezzo della ricerca le risorse nazionali di idrocarburi in attuazione degli obiettivi programmatici individuato nella Strategie Energetica Nazionale, approvata con decreto interministeriale 8 marzo 2013, imponendo alla società permissionaria il rispetto delle condizioni e prescrizioni di cui agli atti indicati in epigrafe”);
3) le Regioni Abruzzo e Marche hanno rilasciato l’intesa e la Conferenza Servizi del 16/4/2010 è andata deserta.
La Regione Abruzzo ha rilasciato l’intesa il 28/5/2008 (Giunta Del Turco), confermandola il 24/1/2013 (Giunta Chiodi) sulla base del presupposto che la legge regionale 2/2008, come modificata nel 2010, “non prevede la incompatibilità nella localizzazione di ogni opera relativa ad attività di prospezione, ricerca, estrazione e coltivazione degli idrocarburi gassosi tra le attività svolte sul territorio regionale”. Il permesso di ricerca – come tutti sanno – è, però, unico, ossia rilasciato indistintamente per il petrolio e per il gas; in ragione di questo, la legge regionale deve trovare necessariamente applicazione anche al permesso di ricerca “Colle dei Nidi”. Questo vuol dire che il rilascio del titolo deve essere preceduto dalla V.I.A. (che non risulta esservi stata) e che in sede di V.I.A. e in sede di rilascio dell’intesa deve muoversi dalla presunta incompatibilità del progetto con il territorio regionale (anche perché il progetto interesserebbe persino aree naturali protette, come si legge sempre dal permesso).
Per un attimo il pensiero corre all’ostentata sicurezza del Presidente Chiodi allorquando dichiarò che da quando è alla guida della Regione “nessuna autorizzazione è stata concessa” alle imprese petrolifere nonostante “i possibili vantaggi in termini di investimenti e occupazione”.
Ebbene, il suo “primato” è stato infranto il 12 luglio scorso anche grazie all’intesa della Regione Abruzzo, rilasciata quando era in carica il suo predecessore e confermata sotto la Presidenza dello stesso Chiodi;
4) il conferimento del permesso “Colle dei Nidi” apre la strada ad altri permessi di ricerca che seguiranno da qui a breve (la “Corropoli”, ad esempio) e che investiranno tutta la provincia di Teramo le cui classi dirigenti -quella politica in testa- non sono state capaci o più semplicemente non hanno voluto finora opporsi seriamente alla petrolizzazione.   
IL CONTESTO: Sono molte altre le istanze per ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, che interessano la Provincia di Teramo. In alcuni casi i procedimenti di autorizzazione sono in fase abbastanza avanzata e presto sfoceranno in permessi di ricerca in tutto simili alla “Colle dei Nidi”.
AGENDA: Coordinamento NO TRIV, Italia Nostra, Wwf, Legambiente e Comitato per la Difesa della Riserva del Borsacchio analizzeranno il provvedimento del 12 luglio  da cima a fondo in vista di un molto probabile ricorso al T.A.R.

“Vi è chiara evidenza che Regione, Provincia di Teramo e Comuni direttamente ed indirettamente interessati dalla Colle Nidi e dai permessi di ricerca in dirittura d’arrivo, non potranno esimersi dal far fronte comune contro la deriva petrolifera, agendo sia sul piano politico sia su quello amministrativo. Il tempo delle promesse e dell’ambientalismo à porter e di maniera, da vestire in occasione delle scadenze elettorali, è ormai scaduto. C’è bisogno – concludo comitati e associazioni ambientaliste – invece di impegni seri e di scelte coraggiose”.

Sel contro la ricerca di idrocarburi nel teramano

“Fermiamo la deriva petrolifera! I territori dei comuni interessati ed in generale la nostra Regione rischiano di essere compromessi per sempre da queste scelte scellerate messe in campo dal governo. Mentre in tutta l’Europa si ragiona in termini di “sviluppo sostenibile”, cercando di promuovere e valorizzare l’ambiente e le varie peculiarità locali, in Italia si continua a svendere il territorio per meri interessi economici”. Lo ha dichiarato Tommaso Di Febo, Coordinatore Provinciale Sinistra Ecologia e Libertà, esprimendo la contrarietà del suo partito a “queste “folli” scelte del governo, che trasformeranno l’Abruzzo da Regione Verde d’Europa a Regione “nera” del petrolio! Pertanto ci batteremo, a tutti i livelli, contro questa “scellerata” autorizzazione. Al fine di rendere più forte l’azione messa in campo dalle associazioni ambientaliste, chiediamo a tutti i comuni interessati di attivarsi, coordinandosi tra loro, per fare ricorso al TAR contro il permesso di ricerca degli idrocarburi liquidi e gassosi nelle province di Teramo e Ascoli”.