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‘Niente stipendi niente lavoro’: i sindacati minacciano lo stop al cantiere di ponte Vezzola a Teramo

Teramo. “Niente stipendi niente lavoro”. Questa la protesta degli operai della Coestra, la ditta che si sta occupando dei lavori di rifacimento del ponte Vezzola, a Teramo.

Ieri mattina, il primo sit in di protesta, rientrato poco dopo, con la rassicurazione, da parte dell’azienda, sul pagamento degli stipendi. Stipendi che non vengono corrisposti da circa tre mesi. I sindacati, tuttavia, tengono a far sapere che l’attenzione rimane alta. “La vicenda di Ponte Vezzola è lo specchio della crisi che ogni giorno si riflette sul nostro territorio” commenta Giancarlo De Sanctis, segretario Generale ?Filca Cisl Teramo?. “Stiamo parlando di 22 lavoratori da tre mesi senza stipendio, esasperati da continui rinvii, stressati da un lavoro che li tiene lontani da casa, sacrificati a mangiare e dormire da nomadi, preoccupati perché nonostante tutti i sacrifici non possono portare a casa la giusta retribuzione alle loro fatiche. Stiamo parlando di 18 operai e 4 impiegati edili che ogni giorno lavorano sotto il sole o la pioggia, l’afa o il gelo, con i vestiti sempre sporchi, le mani callose, la schiena logora per i carichi supportati, i polmoni pregni della polvere di cantiere, 22 lavoratori come altri mille, centomila in Italia, nati precari perché legati alla realizzazione di un’opera edile con la quale inizia e finisce il loro rapporto di lavoro, si fa per dire, a tempo indeterminato. La condizione economico-finanziaria della Coestra  non è delle migliori; nei fatti l’azienda ha problemi di liquidità che creano continui ritardi e sospensioni nell’esecuzione dei lavori, soprattutto di quelli che incidono nella nostra provincia. In provincia di Teramo la Coestra stà realizzando tratti di strada della Teramo-Ascoli e ultimamente l’Anas le ha affidato il rifacimento di Ponte Vezzola. Eppure l’Anas è ben conscia delle difficoltà economiche in cui versa l’azienda, dato che, per i soli lavori di Teramo, da ormai un anno e mezzo si confronta con la Filca Cisl ed i lavoratori per i ritardi o i mancati pagamenti di cassa edile e retribuzioni ai dipendenti. Siamo riusciti sempre a trovare delle soluzioni che alla fine, con un po’ di pazienza, hanno permesso ai lavoratori della ditta appaltatrice, ma soprattutto delle ditte subappaltatrici, anch’esse morose per via dei mancati incassi dalla ditta madre, di recuperare le somme vantate, ma ora la situazione si è fatta davvero critica. Ben 122 lavoratori della Coestra, dislocati nei cantieri di Firenze, Milano, La Spezia, Nodavia, Brighette e Teramo, sono in cassa integrazione da mesi, tutti devono ancora percepire le retribuzioni di marzo e aprile, mensilità smezzate tra lavoro e cassa integrazione, cassa integrazione che l’azienda pagherebbe il mese successivo all’approvazione. E’ per questo che la Filca Cisl ed i lavoratori, a seguito della proclamazione dello Stato di Agitazione del 18 maggio, hanno proclamato un sit-in nel cantiere di Ponte Vezzola, al grido di NIENTE STIPENDI, NIENTE LAVORO. Infatti, mentre i lavoratori protestavano in cantiere, la Filca Cisl di Teramo con la RSU era impegnata in un incontro aziendale nel quale si è cercato di trovare una via di uscita alla questione retribuzioni e lavoro. A seguito di tale incontro, l’azienda ha garantito la corresponsione delle retribuzioni e delle differenze retributive che come sindacato abbiamo rivendicato per i nostri associati, entro il 10 giugno ed i lavoratori, pur vivendo una situazione molto difficile, hanno accettato di concedere all’azienda una ulteriore possibilità; ma tanti sono i dubbi e le incertezze sul rispetto delle scadenze e sul futuro lavorativo dell’azienda. E per questo che abbiamo chiesto l’apertura immediata di un tavolo di concertazione tra Comune di Teramo, Anas, Coestra e Filca Cisl con la RSU di cantiere, da realizzare entro la prossima settimana, per avere chiarimenti sullo stato dei pagamenti dei SAL e per essere certi che questi vengano prioritariamente utilizzati per le retribuzioni e le contribuzioni dei lavoratori impegnati nei cantieri teramani, ma anche per avere garanzie sull’ultimazione dei lavori. Se gli impegni non verranno mantenuti, non ci sarà più alcuna possibilità di portare avanti i lavori, con buona pace dei residenti e dei commercianti di Ponte Vezzola, ma soprattutto di tutti coloro che attraversano il ponte in quanto snodo di un’arteria viaria importante e di collegamento fra due province. Siamo contenti che l’Anas ed il Sindaco Brucchi si siano presi l’impegno di far pagare domani le retribuzioni dei lavoratori, così che i lavoratori potranno serenamente continuare a lavorare, ma dopo l’ennesimo incontro avuto oggi con l’azienda siamo seriamente scettici. L’azione fatta dai lavoratori è un’azione coraggiosa che sottolinea la disperazione e la difficoltà in cui versano gli stessi; sono in gioco lavoro, economia del territorio e un pezzo di civile dignità che questo tempo e questa società sembrano aver perso: le istituzioni da che parte staranno?”.