Bellante. Nascondevano cocaina nella cassaforte, ricavata in giardino sotto un lavabo.
Lo stratagemma usato da una coppia di Bellante però non è bastato per uscire indenne da un controllo dei carabinieri. Determinante si è rivelato il fiuto del cane antidroga Homex, dell’unità cinofila di Chieti, che ha consentito di individuare il nascondiglio, la cassaforte, dove erano nascosti circa 70 grammi di cocaina. In carcere, con l’accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti sono finiti Vittorio Orlando, 52 anni, pugliese di origine e la compagna, Antonietta Pagnozzi, 49 anni, originaria della provincia di Potenza, ma residente nel Teramano da anni. I due sono stati perquisiti e poi arrestati, durante un controllo, da parte dei carabinieri della stazione di Campli, diretti dal maresciallo Mimmo Sammarco, in collaborazione con quelli del nucloe operativo della compagnia di Alba Adriatica. I militari da mesi erano sulle tracce della coppia, residente in un’abitazione in aperta campagna, meta di diversi tossici del comprensorio. Nel corso dell’irruzione, i carabinieri hanno sorpreso i due conviventi ancora storditi dopo aver fumato della cocaina attraverso una bottiglia appositamente adattata. Alla richiesta di spiegazioni, i due hanno riferito ai carabinieri di non avere stupefacente in casa oltre al residuo di quello che stavano fumando. Durante la successiva perquisizione, però, è stata rinvenuta una confezione di 200 grammi di mannite. Nel frattempo il fiuto del cane Homex ha condotto i militari nel nascondiglio della cocaina. Dietro una mattonella, dove era stato applicato un magnete, vicino al lavabo del giardino, era stata collocata una piccola cassaforte dove erano stati nascosti 70 grammi di cocaina ad alto grado di purezza, in partye già suddivisa in dosi. Oltre ad un bilancino di precisione, sono stati rinvenuti anche 400 euro, provento della precedente attività di spaccio. Per l’uomo, già agli arresti domiciliari per spendita di banconote false, si sono aperte le porte del carcere di Castrogno, mentre per la donna è stata disposta la detenzione ai domiciliari in attesa del rito per direttissima. Durante la perquisizione è stato identificato e segnalato alla prefettura un tossico della zona.