Ad evidenziarlo, in una nota, sono gli uffici tecnici del settore Caccia della Provincia di Teramo, che replica così alle obiezioni mosse nei giorni scorsi dal WWF e dagli animalisti al Piano di contenimento della volpe.
Una specie, aggiungono i tecnici, “in grado di influire negativamente sugli incrementi riproduttivi delle specie di piccola selvaggina quali lepri, fagiani e starne principalmente, oltreche insidiare costantemente pollai, strutture zootecniche, ecc. Si tratta di catturare o abbattere, un numero ben circoscritto di capi, spesso distinguendo anche la classe d’età e di sesso, con metodologie controllate ed alla presenza di Guardiacaccia. In alcuni casi, ed è quello delle volpi e dei cinghiali, le tecniche utilizzate coincidono con quelle dell’attività venatoria, ma questo non vuol dire si tratti di caccia liberalizzata. Nella fattispecie specifica, il Piano è stato redatto dagli Ambiti Territoriali di Caccia Salinello e Vomano seguendo le indicazioni della legislazione regionale e sulla base della relazione tecnica di un agronomo”.
E sulla questione interviene poi l’assessore all’attività venatoria, Giuseppe Antonio Di Michele. “Il piano ha la durata di appena 15 giorni, anche se le operazioni si concentrano in 6 in quanto la sua attuazione è affidata a forze volontarie, e si concluderà domenica 14 aprile.. Le metodologie utilizzate sono le medesime che l’ente adotta nei propri territori di competenza da circa 15 anni; al termine gli ATC consegneranno alla Provincia una relazione conclusiva con tutti i verbali redatti dagli operatori per l’elaborazione dei dati statistici”.
La Provincia di Teramo, spiega il settore Caccia e Pesca dell’ente, attua dall’anno 1998 il controllo di diverse specie faunistiche “emergenti”, quali cinghiali, volpi, corvidi, che, proprio nello spirito della citata norma, provocano un impatto più o meno significativo sulle attività umane, sulla viabilità o sulle altre specie faunistiche. Un esempio per tutti è quello del cinghiale, specie che causa una vera e propria emergenza per la consistenza dei danni provocati alle colture agricole ed alla viabilità stradale. Per questa specia, proprio attraverso i Piani di contenimento, la Provincia ha ottenuto una significativa diminuzione dei danni alle colture agricole, risultato ancor importante visto che l’importo annuo erogato dagli Provincia e Regione a rimborso dei danni – che per il 2012 a Teramo si è attestato sui 260.000 euro – è destinato a ridursi drasticamente per il taglio delle risorse a disposizione.
I risultati di tali contenimenti, ricorda il Settore, sono costantemente monitorati dal Servizio Caccia Pesca Micologia con il supporto dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica e dimostrano come tali abbattimenti raggiungono gli obiettivi prefissati, ovvero favoriscono gli incrementi riproduttivi della piccola selvaggina attraverso un riequilibrio delle densità delle popolazioni di volpe all’interno degli Istituti di tutela.