Teramo. Con una delibera di Giunta del 26 marzo, la Provincia di Teramo ha autorizzato, su tutto il territorio provinciale, squadre con fino a 30 cacciatori che con il metodo della braccata potranno abbattere le volpi che in questo periodo allevano la propria prole.
“Una scelta incivile – come la definisce in una nota il WWF Abruzzo – , sostanzialmente inutile e illegittima”.
Stando a quanto dichiarato dall’associazione, l’autorizzazione non sarebbe stata preceduta dalla valutazione di incidenza, indispensabile visto che la volpe è una specie preda dell’aquila reale. “Non c’è stata inoltre – continua la nota -, né poteva esserci alcuna approvazione da parte dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che, per legge, è l’unico ente scientifico autorizzato a rilasciare pareri alle amministrazioni locali in merito alle scelte di gestione faunistica. Il WWF ha sentito i dirigenti dell’ISPRA che confermano come in questi casi le Amministrazioni provinciali non vengano mai autorizzate ad effettuare la caccia alla volpe in territorio libero (ossia in aree non sottoposte a gestione venatoria programmata) in braccata, vale a dire con orde di cacciatori che circondano vaste porzioni di territorio spaventando tutto quello che incontrano e con il rischio di abbattere accidentalmente altre specie animali e arrecando comunque un notevole disturbo proprio in un periodo particolarmente delicato qual è quello riproduttivo”.
“Si tratta di una scelta deprecabile – sostiene in merito Luciano di Tizio, presidente del WWF Abruzzo – non solo per il danno che viene arrecato alle altre specie animali, ma anche perché simili interventi vengono spacciati per “riequilibri degli ecosistemi naturali” quando invece hanno il solo obiettivo di favorire l’espansione di altre specie di interesse venatorio come lepri e fagiani, artificialmente reintrodotti in natura e artificialmente tutelati perseguitando il loro predatore naturale. La volpe tra l’altro preda grandi quantità di roditori ed è per questo utile all’agricoltura e persino alla sanità umana. L’interesse venatorio nel Teramano viene tuttavia privilegiato a danno di quello della collettività tutta, alla quale viene comunque sottratto un ecosistema sano ed equilibrato”.
Il WWF ha inviato un esposto al Corpo Forestale dello Stato chiedendo di verificare eventuali responsabilità nella infelice scelta operata dall’ente locale ed auspica che vengano immediatamente interrotte le battute di caccia nelle campagne del teramano.