Nello specifico, vice presidenti sono stati nominati Ercole Cordivari, Fabrizio Sorbi e Agostino Ballone, mentre i consiglieri sono Ercole Cauti, Antonio De Dominicis, Gianni Dell’Orletta, Luigi Di Carlantonio, Raffaele Di Gialluca, Giovanni Di Giosia, Marcello Di Sante, Salvatore Loddo e Cesare Zippilli.
Diversi i punti che compongono il programma del presidente Di Paolo, per il prossimo triennio, al suo secondo mandato. Ed è stato lui stesso ad esporli.
ATTUAZIONE DEL PROGETTO “CONFINDUSTRIA GRAN SASSO”. Il progetto sta andando avanti in maniera spedita e a breve si passerà alla fase operativa, con la costituzione unitaria delle Sezioni. Man mano che arriveranno a scadenza le cariche associative, queste verranno rinnovate congiuntamente. L’integrazione totale delle due strutture non avverrà prima di 4/5 anni e comunque le sedi di Confindustria Gran Sasso rimarranno nelle due città di Teramo e L’Aquila. Quello che cambierà sarà l’aspetto operativo nell’erogazione di servizi e la Governance che verrà rinnovata tenendo conto degli equilibri delle due realtà.
COSTITUZIONE SPORTELLO “INTERNAZIONALIZZAZIONE”. È un progetto articolato che vuole aiutare soprattutto le piccole e medie imprese meno strutturate a fare un percorso, magari in forma aggregata, per esportare i prodotti sui mercati internazionali.
APERTURA SPORTELLO SULLA “PROPRIETÀ INDUSTRIALE”. “Siamo convinti che avere un marchio, un brevetto, significa dare maggior valore all’impresa ed al complesso aziendale. Questo sportello vuole rappresentare un sostegno concreto, anche in termini di finanziamenti per sviluppare nuovi progetti in favore, soprattutto, delle piccole imprese.
RIVISITAZIONE DEL PROTOCOLLO D’INTESA CON LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI. “Durante il mio primo mandato, abbiamo sottoscritto con le Organizzazioni Sindacali e le altre Associazioni datoriali, un Protocollo d’Intesa, denominato ‘Il futuro è iniziato … ieri’. Quel protocollo, al di là delle enunciazioni di principio, non ha sortito gli effetti sperati in favore delle imprese, anzi, all’inizio anche la politica, non lo ha ben compreso. Fortunatamente, poi, sono arrivati i chiarimenti. Con il secondo mandato, voglio riprendere questo Protocollo ed integrarlo in alcune parti. D’altronde, sono passati alcuni anni e, come avviene in altri campi, bisogna adeguarlo al momento che sta attraversando il nostro Paese. Sapete meglio di me che lo stato dell’economia e dell’industria provinciale è preoccupante. Abbiamo toccato livelli record di ricorso agli ammortizzatori sociali e credo che – se non si intraprendono azioni concrete – nei prossimi mesi la situazione potrebbe assumere contorni drammatici. Tenuto conto di ciò, bisogna agire subito su due versanti: attivare ogni utile iniziativa per attrarre nuovi investimenti, nuovi imprenditori che possano investire nella nostra provincia. Offrire, a che vuole investire nella nostra provincia, alcune opportunità che possano creare un clima favorevole. Proprio su questi punti, bisogna ripartire da un Tavolo di confronto con i firmatari del Protocollo e, in maniera chiara, dire a tutti, quindi anche a noi stessi, che occorre rinunciare a qualcosa per favorire un’inversione di tendenza. Non si tratta di cancellare diritti, ma a fronte di nuovi investimenti, di nuova occupazione, maggiore competitività delle imprese, maggior salario, penso sia possibile predisporre un Accordo quadro che possa derogare al contratto collettivo nazionale di lavoro su alcuni punti. L’argomento, indubbiamente, merita l’apertura di un Tavolo di confronto, merita il necessario approfondimento, ma io, come presidente di Confindustria Teramo ho il dovere – soprattutto morale – di percorrere ogni via, pur di tamponare questa emorragia di crisi e chiusure di attività che ha colpito la nostra provincia. Non escludo che il protocollo possa essere anche condiviso dal basso della politica, ovvero dai Sindaci che vivono sul territorio. La loro condivisione è strategica perché molto possono fare le Amministrazioni, specie sul versante della semplificazione amministrativa”.
CREDITO. “Sul credito sono molto netto e chiaro. Anche qui, ho intenzione di convocare i maggiori Istituti di Credito presenti nella nostra Provincia e con loro condividere un percorso che, in qualche modo, rimetta in moto l’economia provinciale. Non mi sento di dare delle ricette magiche, posso dire che gran parte delle industrie provinciali soffre in questo momento per difficoltà di accesso al credito. Naturalmente, le situazioni sono variegate, sono diverse l’una dall’altra e non ritengo giusto fare delle critiche superficiali. Oggi le Banche centellinano il credito e, soprattutto, privilegiano quelle imprese che hanno una capacità restitutoria del credito. Credo che gli spazi per concedere prestiti a quelle imprese che intendono impiegare il credito per coprire altri buchi nei confronti di altri istituti siano finiti. Nessuna banca affida un’impresa per coprire i debiti con altre banche. Bisogna essere chiari, magari si possono ricercare delle soluzioni concordate, ma dobbiamo sicuramente uscire da una logica, ormai vecchia e superata. Ritengo possibile l’apertura di un Tavolo con le Banche per dare vita ad un Progetto che porti alla costituzione di un Fondo di investimento che acquisisca quote di capitali di aziende che si possono salvare”.