“L’ipotesi avanzata da alcuni comuni della costa di introdurre, a partire dal 2018, la tassa di soggiorno sui pernottamenti in hotel ci vede assai perplessi.
Ma se questa fosse la scelta definitiva delle amministrazioni locali, allora va detto che tutta la somma così realizzata dovrà essere destinata ad attività collegate all’offerta turistica e non a finire nel calderone indistinto dei bilanci comunali”. Lo dice il presidente provinciale della Cna teramana, Bernardo Sofia, secondo il quale “in un momento in cui l’orientamento delle famiglie in materia di turismo si fonda soprattutto sul rapporto qualità/offerta, e in considerazione del fatto che il turismo costiero teramano deve guardarsi da competitori agguerriti a pochissimi chilometri di distanza, l’idea di introdurre una tassa di soggiorno desta molti dubbi.
Soprattutto perché questa misura potrebbe rivelarsi un autentico boomerang, in ragione del fatto che l’aggravio dei prezzi che ciò comporterebbe a carico delle famiglie, nonostante l’individuazione di alcune esenzioni, come sembra prevedere il Comune di Giulianova per i più piccoli, porterebbe costare molto di più in termini di arrivi e presenze”.
E tuttavia, insiste Sofia, “se questa sarà davvero la scelta, allora non possiamo non sostenere che l’intera cifra recuperata dai Comuni vada investita per migliorare l’offerta turistica, in modo da coinvolgere gli stessi ospiti delle strutture alberghiere: e dunque per cartelloni di iniziative culturali e di spettacolo, promozione di eventi, miglioramento dei servizi di spiaggia, facilitazione della mobilità, pacchetti promozionali». «In sostanza – conclude il presidente della Cna di Teramo – se con la mano destra i turisti si vedranno costretti ad affrontare un piccolo sacrificio economico in più, con la sinistra si vedranno ritornare quanto speso sotto forma di servizi aggiuntivi in grado di migliorare il loro soggiorno nel Teramano”.