Riguardo al primo reato, il rettore deve rispondere di 57mila euro che avrebbe percepito indebitamente tra agosto 2014 e febbraio 2017: secondo l’accusa, avendo assunto l’incarico di presidente del cda dell’Arpa Spa e poi di Tua Spa avrebbe smesso, di fatto, di svolgere l’attività di docente a tempo pieno, requisito che la legge prevede come necessario per poter ricoprire la carica di rettore. Quanto al peculato, questo è contestato in relazione alla consegna di dieci tablet.
Nell’ambito della stessa inchiesta, chiesto dalla Procura il rinvio a giudizio anche per il professor Mauro Mattioli – accusato di peculato per aver percepito un’indennità che non gli sarebbe spettata – e per il preside di Scienze della Comunicazione, Stefano Traini, accusato di abuso d’ufficio in relazione al nulla osta al doppio incarico per D’Amico.