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Teramo, doppio incarico per Luciano D’Amico: Procura chiede processo

A poco meno di due mesi dall’avviso di conclusione delle indagini la Procura di Teramo chiede il rinvio a giudizio del rettore dell’università teramana Luciano D’Amico al quale il pm Davide Rosati contesta l’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato e il peculato.

 

Riguardo al primo reato, il rettore deve rispondere di 57mila euro che avrebbe percepito indebitamente tra agosto 2014 e febbraio 2017: secondo l’accusa, avendo assunto l’incarico di presidente del cda dell’Arpa Spa e poi di Tua Spa avrebbe smesso, di fatto, di svolgere l’attività di docente a tempo pieno, requisito che la legge prevede come necessario per poter ricoprire la carica di rettore. Quanto al peculato, questo è contestato in relazione alla consegna di dieci tablet.

 

Nell’ambito della stessa inchiesta, chiesto dalla Procura il rinvio a giudizio anche per il professor Mauro Mattioli – accusato di peculato per aver percepito un’indennità che non gli sarebbe spettata – e per il preside di Scienze della Comunicazione, Stefano Traini, accusato di abuso d’ufficio in relazione al nulla osta al doppio incarico per D’Amico.