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Teramo, scontri tra rossi e neri: processo aperto e rinviato al 24 gennaio

eramo. E’ stato aperto e rinviato dopo le iniziali eccezioni, il processo che vede sul banco degli imputati 21 giovani teramani di opposte fazioni politiche.

Giovani accusati di aver animato scontri fisici ed episodi violenti in città nel periodo compreso tra il 2009 e il 2010, come conseguenza di una originaria aggressione, con colpi di coltello che ferirono tre giovani di sinistra, nei pressi di una discoteca cittadina, alla vigilia del Natale 2009.Tante le persone presenti in aula. Il processo, apertosi nel pomeriggio dinanzi al collegio presieduto dal giudice Giovanni Spinosa, vede contestato agli imputati il pesante reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie di reati tra i quali la devastazione, la rissa, le lesioni personaloi e il porto illegale di armi. Dei giovani citati in giudizio dalla procura, uno soltanto degli originari 22 finora ha scelto la strada del patteggiamento ad un anno di reclusione per un’accusa minore. Tra gli episodi contestati, quattro sono quelli più pesanti, che si fanno risalire alla responsabilità degli appartenenti da un lato al gruppo degli skinhead-neofascista o ”Disperato amore”, dall’altro ad Azione antifascista Teramo e ”Teramo Zezza”: tra questi l’assalto al bar Borromei di via Carducci, dove si riuniscono i giovani di destra, con tanto di cestini dei rifiuti, coltelli e tombini usati come armi per offendere. C’era attesa per l’apertura del processo pubblico, ‘seguito’ dal controllo delle forze dell’ordine, soprattutto dopo le recenti reazioni legate alla condanna a 6 anni dei 5 giovani teramani accusati dell’assalto al blindato dei carabinieri a Roma: Davide Rosci, uno dei leader di Azione Antifascista è coinvolto in questa inchiesta. Dopo eccezioni minori e la produzione di liste testimoniali e richieste preliminari, il giudice Spinosa ha rinviato l’udienza al prossimo 24 gennaio, quando si comincerà ad entrare nel vivo del dibattimento.