Teramo. L’ Unione degli Universitari Teramo non può non rimanere sorpresa per la sentenza che ha visto infliggere una condanna a 6 anni, con rito abbreviato, a 5 ragazzi teramani per i fatti accaduti il 15 ottobre 2011 durante una manifestazione nazionale tenutasi a Roma e che vede tra gli stessi Davide Rosci.
Una condanna avvenuta per i reati di devastazione e saccheggio: reati, che ricordiamo, sono stati introdotti dal c.d. Codice Rocco (dal cognome dell’allora ministro della giustizia) del 1930 previsto nel suo art. 419: “Devastazione e saccheggio”. Nessuno vuole giustificare la violenza che si è avuta in quella giornata ma, de facto, questi ragazzi sono stati condannati da una legge del 1930 ancora in vigore, in un periodo in cui, lo ricordiamo, l’Italia era governata dalla dittatura di Mussolini. Certo, sarà necessario leggere le motivazioni della sentenza per dare un giudizio complessivo, ma ci sembra alquanto singolare che si possa condannare Davide a 6 anni di reclusione per aver avuto la colpa di essersi trovato nei pressi del fatto incriminato.
Davide Rosci è un ragazzo che abbiamo avuto modo di conoscere non in occasioni di “devastazioni e saccheggi”, ma come organizzatore, insieme a noi mondo universitario e al mondo studentesco, di una delle più grandi manifestazioni pacifiche che si ricordi a Teramo e che aveva come striscione d’apertura “vogliamo un mondo all’altezza dei nostri sogni”. Un ragazzo che ha organizzato insieme a noi la manifestazione contro la precarietà svoltasi a Teramo, una manifestazione a cui hanno partecipato lavoratori precari della società teramana e che si è caratterizzarata con un flash mob per combattere un nemico pericolosissimo… la precarietà! Davide era al nostro fianco e questo nemico, come tutti noi giovani, voleva davvero “devastarlo” e “saccheggiarlo” affinchè non ci fosse più. Un ragazzo che ha appoggiato e continua ad appoggiare la nostra battaglia per rendere Teramo città universitaria, affinchè Teramo possa continuare ad avere una realtà universitaria. Lui ci ha sempre sostenuto perchè ha sempre creduto nell’importanza di un’Università nella città in cui vive e per quello che rappresenta per la cultura di questa città. Questi sono solo alcuni degli episodi per il quale Davide si è distinto per la passione e la voglia di vedere una società migliore; lo ha fatto per il diritto al lavoro (art.1 della Costituzione), per il diritto allo studio (art.34 della Costituzione), per il diritto alla cultura (art. 9 della Costituzione), insomma un ragazzo che si è distinto perchè voleva che la Costituzione della Repubblica Italiana fosse applicata. Lo stesso ragazzo condannato dallo Stato a 6 anni di reclusione… Questa condanna in che senso dovrebbe essere da monito? Tutti devono aver paura per andare ad una manifestazione? Come giovani, come studenti, come cittadini che credono nella democrazia e nella Costituzione Italiana non possiamo accettare tutto questo. E ora siamo qui a domandarci di come sia possibile che delle leggi fasciste abbiano potuto condannare Davide e non possono non venirci in mente le parole di Cesare Beccaria “perché ogni pena non sia una violenza di uno o di molti contro un privato cittadino, dev’essere essenzialmente pubblica, pronta, necessaria, la minima delle possibili nelle date circostanze, proporzionata a delitti, dettata dalle leggi” e il commento dell’avv. Filippo Torretta sulla sentenza di cui riportiamo una frase “6 anni per aver più o meno tirato un sampietrino, qualcuno per non aver fatto neanche quello, e Salvatore Cuffaro per concorso esterno in associazione mafiosa è stato condannato a 7 anni”. Noi siamo con Davide che per combattere questa ingiustizia ha deciso di intraprendere come forma di protesta lo sciopero della fame e della sete, seppur preoccupati per la sua salute, e siamo con Davide perchè sta per l’ennesima volta combattendo una battaglia che ha un solo scopo: ‘un mondo all’altezza dei propri sogni’…se questo è un reato, giudicate voi…”