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Teramo, “l’ultimo” D’Amico: “Studenti, non abbiate paura. La politica? Ci sono i capibastone” FOTO VIDEO

E’ un lungo applauso della platea presente nella sala delle lauree di Giurisprudenza a salutare idealmente Luciano D’Amico. Il Rettore dell’Università di Teramo ha infatti davanti a sé gli ultimi otto mesi di mandato che scadrà il 31 ottobre prossimo. Poi verrà scelto un nuovo Rettore (“Sicuramente sarà un nostro docente”, ha scherzato D’Amico) e si aprirà un nuovo ciclo per l’ateneo teramano. E nell’ultima conferenza di fine anno, l’attuale Magnifico non ha risparmiato consigli agli studenti e frecciate alla politica teramana.

“NESSUNA PAURA”. D’Amico muove tutta la conferenza su una frase in particolare, il “non bisogna avere paura”. “Non ne ha avuta l’Ateneo quando abbiamo iniziato certe sfide cinque anni fa – ha raccontato – Non ne hanno avuta i docenti, che non sono rimasti a distanza degli studenti ma a loro si sono avvicinati. Non ne hanno avuta neanche i colleghi dell’amministrazione che, con la certezza del posto fisso, avrebbero potuto risparmiarsi, invece hanno sempre fatto quel qualcosa in più per trasformare l’Ateneo. Tanti anni fa si provava vergogna nel dire che si studiava a Teramo, adesso non è più così. Siamo riusciti a spezzare quei privilegi dati solo a persone a noi vicine, ad allargare i nostri orizzonti ed ad essere aperti anche a verifiche e controlli”. In tal senso, ad inizio ottobre, l’Università di Teramo ha aperto le porte al controllo del Miur per l’accreditamento delle sedi e dei corsi, ricevendo un primo pieno accreditamento. “Avrei potuto rimandare il controllo, dicendo che sono a fine mandato e non sarebbe accaduto nulla – ha proseguito D’Amico – Ho preferito invece che fosse fatto adesso”.

FIRMA DA 22MILIONI. A fine conferenza il Rettore ha firmato il bando per il raddoppio del polo scientifico. Una firma da 22milioni di euro, a cui presto si aggiungeranno anche quelle per il rinnovamento del manicomio, la realizzazione della casa dello studente e la crescita dello Zooprofilattico. In totale circa 100milioni di euro pronti a piovere, come da intenzioni, sul territorio teramano. Ma c’è una ferita ancora aperta.

 

 

 

FEUDALESIMO E CAPIBASTONE. D’Amico spezza una lancia a favore di Brucchi, definendolo comunque un mediatore nella “lotta” per la realizzazione della cabinovia, poi andata in fumo. Ma non usa giri di parole per altri esponenti della politica cittadina. “La mancata realizzazione della cabinovia è una ferita che fa ancora molto male. Non sarebbe costato nulla alla città, ma parte della classe politica locale non è stata molto disponibile. Alcuni capibastone si sono sentiti scavalcati e si sono opposti, quasi in una sorta di lesa maestà. Il tutto per realizzare una rotonda a San Nicolò… spero che questo territorio si emargini dalla feudalità”.

RAGAZZI DEL TERZO MONDO. Nel ribadire di non considerare gli studenti teramani ” solo come mangiatori di pizze, perché l’Ateneo è uno stimolo globalmente importante per un territorio”, D’Amico svela un progetto al quale l’Università sta lavorando insieme al nuovo vescovo Leuzzi: “Gli ho chiesto di aprire il seminario arcivescovile per accogliere ragazzi del terzo mondo. L’Adsu potrebbe fornire i pasti, mentre noi abbiamo già ratificato che non pagherebbero le tasse universitarie. Sarebbe un modo, tra l’altro già in atto a Roma, di aiutare a crescere certi paesi”. E a chi lo vuole prossimo candidato sindaco? “Ho già dato”, chiude sorridendo.