Ieri mattina, accompagnato dal Consigliere Luciano Monticelli all’Ospedale di Atri, l’Assessore regionale Silvio Paolucci ha colto l’occasione per vaccinarsi contro l’influenza. Un testimonial d’eccezione, dunque, per la Campagna di Comunicazione Istituzionale a favore della vaccinazione anti influenzale che la Regione Abruzzo ha fortemente voluto per quest’anno.
“Non ho nessuna intenzione di passare una settimana a letto, con la febbre alta e tutti i disturbi che i virus influenzali comportano – ha dichiarato – e non voglio neppure trasmetterla ai miei familiari, ai bambini, agli anziani, con i quali sarò a contatto durante la stagione invernale”. In effetti, l’influenza stagionale, è molto contagiosa, tanto da trasmettersi prima ancora di sapere di essersi ammalati, nonché durante il decorso della malattia. La maggior parte degli adulti sani può trasmettere l’influenza da qualche giorno prima della comparsa dei sintomi fino a 5-7 giorni dopo.
Alcuni, specie bambini piccoli e soggetti con sistemi immunitari fragili, potrebbero rimanere contagiosi anche più a lungo. I vaccini inducono lo sviluppo di anticorpi circa due settimane dopo la loro somministrazione, e per questo il vaccino andrebbe fatto tra novembre e dicembre e comunque prima dell’inverno che, in Italia, coincide con la stagione influenzale. ?Anche se focolai influenzali possono verificarsi pure in novembre-dicembre, per lo più la stagione dell’influenza ha il suo picco nel mese di gennaio.?In ogni modo, finché i virus dell’influenza sono in circolazione, la vaccinazione continua ad essere offerta dalle ASL. La vaccinazione è il mezzo più efficace e sicuro per prevenire l’influenza e ridurne le complicanze.
Poiché i virus dell’influenza cambiano spesso, la vaccinazione va ripetuta ogni anno. “Alla ASL di Teramo sono attivi numerosi ambulatori vaccinali dove recarsi per sottoporsi alla vaccinazione anti influenzale che, peraltro, viene offerta in maniera gratuita a gran parte della popolazione e, in particolare, agli ultrasessantacinquenni – ha commentato il direttore generale Roberto Fagnano – Aspettiamo i cittadini e siamo certi che quest’anno saranno più numerosi degli anni precedenti”.
“Tutti conoscono la posizione del PD di Atri sulla politica ospedaliera portata avanti fin qui, dalla Regione Abruzzo. Una posizione critica sin dai tempi in cui governava Chiodi con i noti silenzi del Sindaco Astolfi, fino ad oggi con D’Alfonso al quale non abbiamo lesinato critiche e dure prese di posizione, mettendo sempre l’interesse di Atri al di sopra della appartenenza partitica”.
E’ il commento del circolo locale del Partito Democratico, prendendo “felicemente atto di alcuni fatti e segnali che ci inducono a pensare che la nostra battaglia era giusta e che qualcosa sta cambiando in meglio. Le ultime notizie e l’ultimo incontro tenutosi con lo staff del nosocomio atriano con l’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci, il consigliere regionale Luciano Monticelli e i vertici della direzione Asl di Teramo Roberto Fagnano e Maria Mattucci, che hanno scelto di visitare l’ospedale atriano per fare il punto della situazione sull’andamento del San Liberatore, oltre a testimoniare una evidente attenzione, hanno fornito dei dati e assicurazioni di politica sanitaria importanti riguardo al ruolo di Atri nella programmazione”.
“Il nuovo mammografo – continua – di ultima generazione che a breve farà il suo ingresso al San Liberatore, assieme alla risonanza magnetica, garantirà uno screening migliore sulle patologie tumorali; il potenziamento della Urologia, dell’Oculistica ed Endocrinologia. Ma l’evidenza è certamente il clima di sintonia e collaborazione che insieme alla professionalità, ha fatto parlare di ‘Modello Atri’ che è stato rilevato dagli operatori e dagli amministratori oltre alla evidenza degli indicatori e del semplice movimento giornaliero attorno e dentro l’Ospedale che è visibile a tutti”.
“Insomma, gli indicatori ed il clima, fanno pensare ad una nuova rinascenza, noi vogliamo crederci, ed opereremo per questo insieme a tutti quelli che non vogliono solo piangere e sfasciare, perché poi a forza di parlare male, a volte succede che gli utenti fuggono e ci facciamo del male inconsapevolmente”, concludono.