Inaccettabile. Il comitato “Trasparenza e legalità” di Valle Castellana ha definito in questo modo la situazione del paese, presentando un esposto per abbandono di rifiuti post sisma alla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, al Commissario Straordinario Ricostruzione post-sisma, ai comando regionali e provinciali Carabinieri Forestale, alla Guardia di Finanza e al Parco, per denunciare una situazione di abusi e ingiustizie.
Per il Comitato, infatti, il Comune, dopo aver avviato anche sul proprio territorio i lavori di messa in sicurezza degli edifici pericolanti a seguito del terremoto, avrebbe “ritenuto necessarie le operazioni di demolizione degli stessi utilizzando procedure di affidamento diretto a ditte ‘compiacenti’ nella maggior parte dei casi, ditte legate al politico di turno con atti societari tra familiari e con antichi e continuativi rapporti di lavoro tra i medesimi”.
Ma oltre a questo, l’accusa del Comitato riguarda l’abbandono del materiale di risulta proveniente dall’abbattimento degli immobili finito nella frazione di Pietralta in un fossato, appartenente tra l’altro ad un’area tutelata del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga.
Per questo il Comitato ha chiesto che venga fatta chiarezza sull’accaduto, con la “verifica dei legami tra le ditte esecutrici dei lavori post-sisma e i politici che amministrano attualmente il Comune di Valle Castellana, considerato che invece che provvedere a gare d’appalto le operazioni e gli interventi vengono affidati del tutto in via discrezionale e diretta, inoltre chiediamo che vengano presi dei provvedimenti seri nei riguardi di chi ha smaltito illegalmente i materiali di risulta e di chi lo ha permesso”.