“Le pratiche stanno per giungere al termine – spiega meglio il primo cittadino –. L’ufficio rimarrà aperto: poniamo così fine a una problematica che destava particolare preoccupazione fra gli abitanti del borgo, molti dei quali anziani e che pertanto necessitano di un ufficio nelle vicinanze avendo maggiori difficoltà a spostarsi”.
Secondo il piano di riorganizzazione di Poste Italiane, tra gli uffici postali giudicati “non sostenibili economicamente” c’era infatti inizialmente anche quello ubicato nel borgo storico in questione. Una decisione che aveva subito fatto muovere l’amministrazione comunale, che si è data da fare per evitare la chiusura.
Oltre alla comunicazione della buona notizia, l’incontro con la cittadinanza di Mutignano è servito anche per chiarire quanto sta accadendo attorno al dispensario farmaceutico del borgo storico, che ad oggi stenta ancora ad aprire.
“Come spiegato ai cittadini – sottolinea in merito Monticelli –, tutto dipende dalle lentezze burocratiche della Regione Abruzzo, che ancora non ha dato avvio al procedimento. Per ciò che ci compete, l’azienda speciale sta intanto già pagando l’affitto e il concorso è stato fatto. Siamo quindi letteralmente con le mani in mano: nonostante i numerosi solleciti, la Regione continua a non farci sapere nulla”.
Da qui la decisione, emersa nel corso della riunione di ieri sera, di muoversi in massa se le cose non cambieranno a breve termine. “I cittadini sono preoccupati ed esausti – continua Monticelli – e per questo sono decisi ad andare avanti, arrivando anche a protestare dinanzi la sede della Regione a Pescara se non dovessero essere ascoltati. Io sarò ovviamente con loro e scenderò in piazza perché capisco la necessità di questa gente, che ha realmente bisogno di questa farmacia”.
Con l’occasione, durante la riunione è stato infine comunicato che i lavori all’ex scuola di via Di Sotto stanno ormai per terminare. “Abbiamo deciso – conclude il sindaco– che saranno proprio i residenti di Mutignano, al termine dei lavori, a scegliere la destinazione d’uso della struttura attraverso una nuova assemblea pubblica, durante la quale ognuno potrà dire la propria”.