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Prati di Tivo, dal 15 dicembre parte la nuova la stagione invernale

Prenderà il via il mese prossimo la nuova stagione invernale degli impianti sciistici dei Prati di Tivo. Dal 15 dicembre al 31 marzo, quindi, si potrà tornare a sciare sulla montagna teramana così come deliberato questa mattina dall’assemblea della società (in liquidazione) Gran Sasso Teramano di cui la Provincia è socio di maggioranza.

La stagione si chiuderà a fine marzo anche per consentire un’agevole conclusione dei lavori di messa in sicurezza dell’intero bacino, con i finanziamenti della Regione per 2 milioni di euro, in via di realizzazione da parte della Provincia. Impianti e personale saranno gestiti direttamente dalla Gran Sasso Teramano come è accaduto per la stagione estiva dopo che la scadenza del contratto di affidamento al Consorzio Gran Sasso-Prati.

Ieri pomeriggio, intanto, si è svolta la selezione del personale per la stagione invernale, con l’individuazione di 22 addetti con mansioni e qualifiche specifiche, dal battipista al responsabile del Piano valanghe. Nei prossimi giorni, quindi, inizieranno le attività per la predisposizione dell’assetto invernale degli impianti mentre la Provincia sta completamento l’individuazione degli interventi per la messa in sicurezza del bacino sciistico.

“La gestione estiva, con le sue 23 mila presenze”, ha detto il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino, “è finita in pareggio anzi con un piccolo utile. La gestione diretta degli impianti da parte della Gran Sasso Teramano, con una serie di operazioni che hanno consentito una sensibile riduzione dei costi fissi e una oculata organizzazione del personale, ci fanno ben sperare per la stagione invernale. Anche sulla base di questa esperienza l’assemblea ha deciso di valutare la possibilità di una trasformazione societaria, dalla società per azioni, sovradimensionata e oggi in liquidazione, a società a responsabilità limitata. Faremo delle proiezioni con un piano industriale e un piano finanziario: stiamo cercando di sciogliere uno alla volta tutti i nodi che avevano reso aggrovigliata e oltremodo onerosa per le casse pubbliche, la gestione degli impianti di risalita”.

Altro discorso, invece, per gli impianti di Prato Selva, con quelli dell’Abetone, a fine vita e con danni per il terremoto, che potrebbero essere sistemati, mentre per quelli della Ginestra ma non c’è alcuna possibilità di una gestione attiva o quantomeno in pareggio. Inoltre permangono i “passivi” che si sono accumulati con le gestioni precedenti affidati a terzi, per cui al momento, gli impianti rimangono chiusi.