Il sostituto procuratore della Repubblica dell’Aquila Fabio Picuti ha chiesto l’archiviazione per tutti gli otto indagati dalle accuse di abuso d’ufficio e falso nell’ambito dell’inchiesta relativa a uno dei due filoni sull’iter e sulla scelta della nomina dell’ex rettore dell’Università di Teramo, Mauro Mattioli, alla direzione generale dell’Istituto Zooprofilattico “Caporale”: una vicenda che vede tra gli indagati il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso.
Sul secondo fascicolo sull’Izs, sempre curato da Picuti, innescato dalla denuncia di un alto dirigente del ministero della Salute che faceva parte della commissione incaricata di selezionare il direttore, era stata già presentata al gip del tribunale del capoluogo una richiesta di far cadere le accuse.
Si tratta della prima istanza di archiviazione nei vari procedimenti in cui è indagato D’Alfonso, dai quali è nato quello sullo Zooprofilattico di cui è figlia, dal momento che in uno dei fascicoli sono presenti intercettazioni che risalgono all’indagine sulla ricostruzione di palazzo Centi, il fronte principale della maxi inchiesta sugli appalti della Regione divampata nei mesi scorsi con 11 filoni aperti e una trentina di indagati complessivi.
Nei passaggi burocratici e di merito che hanno portato alla nomina di Mattioli, era stata contestata la mancanza di univocità di giudizio sui requisiti in possesso del candidato. Secondo quanto si è appreso, infatti, per alcuni aspiranti l’idoneità a concorrere al prestigioso incarico sarebbe stata votata all’unanimità, mentre su quella di Mattioli ci sarebbero stati anche pareri negativi, a dispetto dei quali, comunque, è stato scelto.
Ciononostante, la richiesta di Picuti nasce perché, secondo il rappresentante dell’accusa, non si ravvisano violazioni della legge nella nomina. L’istanza del pm risale a una decina di giorni e dovrà essere valutata dal gip. I due fascicoli di inchiesta erano affidati uno già in origine allo stesso Picuti, l’altro al sostituto Antonietta Picardi, titolare anche dell’inchiesta su palazzo Centi e gli altri lavori pubblici. Quest’ultima, comunque, per il filone Zooprofilattico aveva già richiesto l’archiviazione.
Oltre a D’Alfonso, sono sotto inchiesta la dipendente regionale dell’ufficio Verifica atti del presidente e della Giunta Irene Ciabini, il presidente dell’Izs, Manola Di Pasquale, l’attuale rettore dell’Ateneo teramano ed ex presidente Tua, Luciano D’Amico, l’ex dirigente dello staff di D’Alfonso, Ernesto Grippo, l’attuale direttore generale della Regione, Vincenzo Rivera, l’ex dirigente della segreteria del governatore, Claudio Ruffini, e infine il dirigente dell’avvocatura regionale Stefania Valeri.
Camillo D’Alessandro. “Ancora una volta gli sfregatori di mani professionisti devono prendere atto che le indagini sono sempre dovute e grazie ad esse si entra nel merito delle vicende.
Nel caso del presidente Luciano D’Alfonso, oltre ai processi che lo hanno sempre visto assolto, c’è adesso da parte del pm aquilano Fabio Picuti la richiesta di archiviazione per la nomina del prof. Mauro Mattioli alla direzione generale dell’Istituto zooprofilattico di Teramo.
Questa vicenda insegna che ci sono atti dovuti e poi c’è la fase di merito, quindi arrivano le decisioni a seguito di approfondimenti, decisioni che spesso non hanno la stessa eco delle fasi iniziali di un’inchiesta.
Attendiamo ora le decisioni che gli organi preposti assumeranno nella loro riconosciuta autonomia”.