Non vedo l’ora di poter parlare in qualche sede di quel fascicolo e ci voglio andare prima della mia laurea in Giurisprudenza, che ci sarà, spero, a dicembre”.
Così il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, rispondendo a una domanda dei cronisti a margine di un incontro a L’Aquila, in merito all’indagine della Procura della Repubblica del capoluogo abruzzese sull’iter e la scelta della nomina di Mauro Mattioli alla direzione generale dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo. Indagine dove D’Alfonso risulta indagato insieme ad altri sette.
“Oggi mettere a segno due aggettivi con due particolari e due circostanze porta con sé in automatico l’essere fascicolati giudiziariamente salvo, dopo alcuni mesi, scoprire che c’era meno di niente”, ha detto il presidente della Regione.
Nelle scorse settimane, dopo essere stato citato, ma non indagato, nelle carte di un’inchiesta su appalti pubblici pilotati, da due imprenditori che lo additavano di aver orientato una gara, D’Alfonso aveva minacciato di “diventare incivile su questi aspetti” nei confronti di chi lo tirava in ballo. In riferimento a questo, ha detto che oggi voleva essere “più duro, ma sono stato ammorbidito dalle parole del procuratore Pignatone che mi auguro tutti gli uffici pubblici possano stampare e affiggere sotto la dicitura ‘la legge è uguale per tutti’ – ha aggiunto D’Alfonso – Pignatone ricorda a tutti che bisogna evitare di rimanere vittime di triangolazioni che fanno esperti ‘denuncisti’ e inesperti della polizia giudiziaria, per cui lo ringrazio”.