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Giulianova, scuola materna via Gobetti: proteste dei genitori per i bidelli uomini

Giulianova. I tagli indiscriminati alla scuola pubblica hanno portato, anche a Giulianova, alla carenza, ad inizio anno scolastico, di collaboratori scolastici da assegnare alle scuole di ogni ordine e grado, con evidenti disagi soprattutto nelle scuole materne ed elementari, dove quelli che una volta venivano definiti bidelli svolgono un’importante attività di sorveglianza e assistenza, di supporto alle insegnanti, accompagnando spesso i bambini (soprattutto nelle materne) in bagno aiutandoli nell’espletamento delle funzioni fisiologiche.

Non a caso la legge istitutiva della Scuola Materna Statale, la 444 del 1968, specifica che il “personale di custodia”, da nominarsi a carico dei Comuni, deve essere di sesso femminile (art. 7 Legge 18 marzo 1968, n. 444), in quanto ritenuto più adatto, per formazione psicologica ed umana, ad assistere bambini dai 3 ai 5 anni nelle attività.

Nulla contro l’eventuale personale di sesso maschile, che naturalmente svolge il suo ruolo con uguale competenza e serietà, ma la delicatezza dei compiti del personale affidato alle scuole materne imporrebbe, anche al di là della norma, l’utilizzo di personale femminile, in quanto i bimbi vanno accompagnati al bagno, spogliati, aiutati nei loro bisogni e magari anche lavati in caso di necessità.

Tutto questo sembra non sia accaduto nella Scuola Materna di via Gobelli, dove i genitori hanno trovato alcuni bidelli maschi inviati a coprire i posti vacanti, suscitando le perplessità di molti, mentre alcuni già preannunciano proteste presso gli organi competenti.

Sicuramente non è in discussione la serietà e la professionalità degli uomini, ma la norma è chiara e i compiti affidati sono sicuramente più adatti a delle figure femminili; da qui le proteste dei genitori, già giunte all’orecchio del Dirigente Scolastico che, sembra, abbia assicurato l’adozione delle iniziative di competenza.

Di certo, comunque, chiunque abbia inviato il personale presso la scuola materna non è a conoscenza della normativa, per quanto datata, nè si è posto il problema. Ma c’è sempre tempo per rimediare.