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Tortoreto, stangata sulla Tari: nelle nuove bollette aumenti del 30%

La mazzata era nell’aria. Prospettata da taluni, sommessamente, in sede di stesura del piano finanziario. Ossia alcuni mesi fa, in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione.

 

Ora, però, le bollette della Tari si sono materializzate a casa dei tortoretani, con aumenti medi, per le utenze domestiche e commerciali, che si attestano attorno al 30%. In questi giorni, infatti, in prossimità della scadenza della prima rata, il Comune di Tortoreto (ente che si occupa solo di incassare le somme che poi vengono versate alla Poliservice, ente gestore del ciclo integrato dei rifiuti) ha inviato i pagamenti relativi al saldo della Tari (la cosiddetta tassa sull’immondizia) per il 2017. Saldo, perché nel mese di marzo, i contribuenti avevano pagato in anticipo di 200 euro in attesa poi di dare forma e sostanza al piano finanziario.

 

Bollette arrivate in extremis. Da anni le scadenze della Tari sono consolidate: 30 settembre e 31 dicembre e dunque il pagamento, sotto questo profilo, non è una novità. Certo è che un margine maggiore sulla scadenza andava previsto, anche in considerazione degli aumenti significativi che il contribuente si è ritrovato sulla fatturazione. In alcuni casi le lettere sono state recapitate venerdì 29 settembre, con bolletta in scadenza il giorno successivo.

I perché degli aumenti. Le ragioni sono diverse comunque tutte legate al rispetto delle norme in materia. Sotto questo profilo chi ha approvato il piano finanziario per il 2017 (durante la gestione commissariale) lo ha fatto secondo precisi riferimenti normativi, che prevedono per la Tari la copertura totale delle spese attraverso gli incassi. E allora perché rispetto al 2016 si è registrata la crescita? Una piccola quota dipende dalla percentuale della raccolta differenziata, che resta buona ma forse al di sotto di quanto previsto. Poi esiste la quota dell’evasione, che si stima attorno al 25% Nell’attuale piano finanziario sono entrate a regime le cosiddette somme inesigibili degli anni precedenti che non possono essere più incassate, per varie ragioni. Le somme non “incassate” vengono caricate sulle nuove bollette in modo da garantire il pareggio di bilancio. Si parla, relativamente dagli anni dal 2007 in poi, di somme non riscosse (perché inesigibili) per circa mezzo milione di euro.

 

Di certo in ottica futura, ossia quando poi l’attuale esecutivo andrà a scrivere il piano finanziario per il 2018, qualche accorgimento dovrà pensare per evitare che si debbano prevedere aumenti sostanziosi. Partendo poi dal recupero dell’evasione, ma non solo. Nel frattempo già ieri nell’ufficio tributi diversi cittadini hanno chiesto lumi sulle fatture arrivate.