Teramo. E’ stato fermato dalla polizia sui Monti della Laga, a Rocca Santa Maria, il presunto assassino di Leonardo Bernabini, il tassista abusivo di 55 anni ucciso domenica mattina a colpi di fucile mentre si trovava nella sua auto, in una stradina di campagna sul colle riminese di Covignano. Marco Zinnanti, 22 anni, non aveva con se’ documenti.
In precedenza gli investigatori avevano intercettato e fermato la sorella, mentre stava cercando di raggiungerlo per portargli del denaro.
Il ‘biondino’, dopo il delitto, aveva chiamato al cellulare il padre chiedendo aiuto per farsi venire a prendere, e da quel momento aveva fatto perdere le proprie tracce. Zinnanti vive a Rimini con la famiglia, il padre operaio siciliano 48enne e la mamma di 47 anni originaria di Novafeltria, nell’entroterra riminese. Di lui gli inquirenti ieri avevano diffuso l’ identikit, realizzato dalla Direzione centrale anticrimine della Polizia di stato in base alle dichiarazioni dei testimoni che lo hanno visto scappare dopo l’omicidio, ma non ne avevano fornito le generalita’, limitandosi a riferire l’eta’, poco piu’ che ventenne, e alcuni dati: alto un metro e 70, occhi e capelli chiari, corporatura normale.
Gli investigatori hanno ricostruito come Bernabini dovrebbe aver trascorso le ultime ore di vita. Intorno alle 9 di domenica e’ stato chiamato dal suo assassino, che aveva passato la notte alla discoteca ‘Classic club’, un locale molto frequentato dagli omosessuali ma dove si svolgono anche parecchi ‘afterhours’. Il giovane ha litigato con qualcuno all’interno del locale, minacciando che sarebbe tornato dopo mezz’ora. Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti e’ che il killer si sia fatto accompagnare a Covignano, dove teneva nascosto il fucile con il quale ha poi ucciso Bernabini, sparandogli due colpi alla nuca mentre era nell’abitacolo della sua Opel Astra station wagon.
Probabilmente, vedendo l’arma, un fucile da caccia calibro 12, l’uomo ha rifiutato di farlo salire in macchina e a quel punto il giovane ha esploso i colpi uccidendolo. Poi ha utilizzato il proprio cellulare, e durante la fuga a piedi verso il cimitero di Santa Cristina, distante alcune centinaia di metri dalla scena del crimine, ha chiamato suo padre perche’ andasse a prenderlo. Ma il genitore ha negato alla polizia di sapere dove si trovasse. Testimoni hanno sentito il ragazzo mentre correva spaventato e al telefono gridava ‘Non so dove sono, vienimi a prendere’. L’ipotesi della rapina era caduta subito: nell’auto era stato trovato il portafoglio con circa 500 euro. Bernabini, originario di Alfero di Verghereto (Forli’-Cesena) ma da tempo residente a Rimini, separato dalla moglie, due figli maggiorenni, con seri problemi economici, lavorava come autista di camion e pullman e per arrotondare accompagnava i ragazzini in discoteca, senza pero’ avere la licenza da tassista.