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Alba Adriatica, degrado “ferro di cavallo”. Serve coraggio per far rinascere la città: l’intervento

Sicurezza e degrado nella zona denominata “ferro di cavallo” quella che gravita attorno alla stazione ferroviaria di Alba Adriatica. E’ il tema del momento che offre lo spunto per punti di vista e riflessioni su come provare ad intervenire.

 

L’intervento

 

“Per quest’angolo dimenticato della città, è ipotizzabile che si predispongano azioni concrete per il recupero che può e deve diventare il cuore pulsante. Vorrei vedere meno annunci d’impatto molto allegorico e spettacoli aerei e di kermesse presentate come se fossero il fiocchetto in cima al pacco regalo della prossima candidatura elettorale.

 

Un po’ di attenzione all’ordinaria amministrazione e alle piccole ma importanti problematiche della quotidianità”. I cattivi odori provenienti a deiezioni canine stagnanti che deturpano le strade, dovere civico di ogni buon cittadino, acque stagnanti, guano e altri detriti. Parole che suonano un po’ come una sconfitta. La nostra città dai saperi diffusi sconta gravi mancanze di pigrizia mentale ad affrontare il problema. Un motivo c’è. Il centro ha subito un lento declino, molti negozi importanti sono stati rilevati e poi chiusi. Poco manutenzione sul diserbo stradale sui cigli delle strade e vie cittadine. Ora troviamo una miriade di negozi etnici o gestiti da stranieri, di basso livello qualitativo ed estetico”, a oggi le misure adottate si sono spesso rivelate poco efficaci. E più di qualche sbavatura sarà sfuggita. A restituire dignità al centro di Alba Adriatica basterebbe qualche incentivo per la ristrutturazione degli edifici e detrazioni fiscali a favore dei privati che s’impegnano a migliorare il decoro urbano.

 

Per non parlare del fenomeno migratorio gestito e “deregolamentato” alla carlona, lasciato sulla pelle della città e dei suoi cittadini, creando una terra, adesso di nessuno”. Ora non si riconosce più Alba Adriatica, aggredita da fenomeni delittuosi. Speriamo possa spingere chi di dovere a ripensare come affrontare il problema, promesse reboanti non possono essere la risposta alle esigenze della città ripiegata su sé stessa, deve trovare le energie per ritornare ai fasti che merita. Alba Adriatica deve uscire dalle secche. La stella polare per affrontare deve necessariamente essere la concretezza, un concetto che fa il paio con progetti chiari e realizzabili. Alba ha bisogno di cambiare passo o, forse, più correttamente di cambiare rotta. Ora quello che un tempo fu motivo di orgoglio è diventato una vera e propria spina nel fianco.

 

Rosario Dalli Cardillo (Cisal Abruzzo)