Non trova fine la telenovela che vede contrapposti una parte del mondo venatorio e l’assessore regionale Dino Pepe sul nuovo calendario venatorio. Una serie di botte e risposte che testimoniano l’incapacità delle parti di mettersi intorno ad un tavolo ed affrontare una volta per tutte la questione.
A tornare all’attacco stavolta è il presidente della Federcaccia Abruzzo, Ermanno Morelli, che accusa Pepe di aver deciso l’approvazione del calendario venatorio per la stagione 2017-2018 senza un reale confronto con i cacciatori. Inoltre evidenza l’anomalia dell’Abruzzo che non fa cominciare la stagione a settembre come, invece, avviene in altre regioni.
“Racconta, sapendo di mentire l’assessore Pepe”, scrive, infatti, Morelli, in una nota, “che l’Ispra ha consentito la preapertura a settembre solo a quelle regioni italiane che hanno una adeguata conoscenza delle popolazioni faunistiche oggetto di caccia, ovvero una programmazione faunistico-venatoria aggiornata e adeguata alle nuove esigenze dettate dalla Comunità europea. Pepe ha il coraggio di dire che l’Abruzzo ha una programmazione che risale a 25 anni fa, ma evita di affermare che proprio l’ufficio nazionale di Federcaccia gli ha fornito dati aggiornati, studi scientifici. C’è malafede nell’assessore che non ha voluto analizzare questi dati, che ha preferito mettere la testa sotto la sabbia e dire cose false”.
Inoltre Morelli punta il dito contro l’anomalo rapporto con l’Ispra, “un istituto statale nazionale che deve fornire gratuitamente il supporto alla Regione”, mentre invece, l’assessore Pepe avrebbe dichiarato di aver “avviato il processo di redazione del nuovo Piano con la delibera n. 875 del 27 dicembre 2016, nella quale vengono stanziati 135 mila euro per l’attuazione di una convenzione con l’Ispra, all’interno della quale sono elencate tutte le fasi della procedura”.
Questione di soldi, dunque, “che potevano non essere spesi, o spesi diversamente”, ma che evidentemente creano non pochi problemi ai cacciatori visto che sarebbero stati sottratti “agli ATC per la gestione della fauna e del territorio a favore di una caccia sicura, legale e non come avviene ora, anche di notte, anche in barba alle sentenze della Corte Costituzionale”.
Da Morelli, dunque, l’invito a quei consiglieri regionali che da sempre hanno dimostrato di condividere le posizioni di Federcaccia e degli ATC negli incontri pubblici avuti nel recente passato (il riferimento è al gruppo che fa capo a Sandro Mariani) ad assumere iniziative consiliari “per portare allo scoperto istituzionale l’operato di Pepe e D’Alfonso per riportare anche la nostra Regione alla pari delle altre Regioni italiane e rispettosa dei diritti dei cacciatori”.