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Teramo, rientro a scuola. La protesta dei genitori contro il sindaco

Non si placa la polemica innestata dalla dichiarazione che il primo cittadino teramano, Maurizio Brucchi, avrebbe fatto sulla sollecitazione postagli riguardante la possibilità di alcuni genitori di non rimandare i propri figli in quelle scuole considerate non sicure, per via del basso indice di vulnerabilità sismica, che invece il sindaco ha deciso di riaprire ugualmente.

“Sarebbe carino sapere se sia stata fatta la verifica sismica anche nelle abitazioni di questi genitori” è stata la dichiarazione di Brucchi incriminata che ha scatenato sul web una serie di risposte.

Da chi conferma la volontà di mantenere i propri figli a casa, avviando l’homeschooling, a chi gli ricorda come avrebbe sperperato il milione di euro ottenuto nel 2004, quando ricopriva il ruolo di assessore ai lavori pubblici, destinando parte di quei fondi destinati anche all’accertamento della vulnerabilità sismica per altri lavori di manutenzione.

Proprio su questo punto ha insistito Plinio Bellabona, uno dei genitori che fin dallo scorso anno si era battuto per conoscere la reale condizione delle scuole teramane contrapponendosi in maniera decisa (con particolare interesse verso la San Giorgio, risultata essere tra le peggiori in città) viste anche le sue competenze professionali, all’operato dell’amministrazione comunale il quale, carte alla mano, ha voluto ricordare le responsabilità di Brucchi.

“Nelle ‘tue’ scuole insicure”, si legge, infatti, in un post su Facebook, nel quale si rivolge proprio al primo cittadino, “ci mandiamo i nostri figli, bambini indifesi, cuccioli impotenti di fronte alla tua incapacità, e non solo, ma anche a quella dei tuoi dirigenti ‘scalda sedie’ che in tanti anni non hanno mai partecipato a un bando per l’ottenimento dei fondi specifici messi a disposizione dalla Protezione Civile”.

Il post, condiviso e approvato da tanti, si conclude con un invito alle dimissioni e alla richiesta di scuse alla città.