E’ un epilogo quasi scontato, che negli ultimi mesi ha preso sempre più forma, quello dello storico stabilimento di Tortoreto (che ora fa parte del gruppo Rdb), che dal momento del passaggio societario è stato inghiottito dalle difficoltà del gruppo. Il riordino aziendale avrebbe dovuto rilanciare l’azienda (nonostante la chiusura di stabilimenti e il licenziamento di 700 lavoratori su base nazionale). Cosa al momento non avvenuta, mentre l’opificio di Tortoreto, uno dei due stabilimenti che fanno parte del gruppo ad avere un portafoglio commesse per altri sei mesi, ha dovuto rallentare la lavorazioni per la mancanza di risorse da destinare all’acquisto di materie prime (si realizzano prefabbricati9. “Tutti i lavoratori, dall’operaio comune al responsabile di stabilimento, insieme ai sindacati”, si legge in una nota delle tre sigle sindacali (Filca Cisl, Fillea Cgil e Fenea Uil, ndr), hanno fatto di tutto per permettere allo stabilimento di gestire al meglio le proprie risorse, consci di essere l’unica possibilità per un reale futuro della RDB, ma l’unico risultato ottenuto è l’aver lavorato tanto e senza stipendio né a giugno né a luglio, e aver vanamente sperato che questo sacrificio potesse garantire un futuro allo stabilimento. Stessa sorte per i pagamenti dei contributi Inps e della previdenza complementare Arco: infatti la RDB ha chiesto l’Amministrazione Straordinaria, i Commissari sono stati nominati ed il primo atto del loro mandato è stato quello di confermare che al 13 di luglio è tutto congelato e oltre il 13 di luglio si dovranno fare i conti con le esigue risorse disponibili. Nel mese intercorso per tale nomina, i clienti più importanti hanno rescisso gli ordini trasferendoli ad altre aziende, e per quando a fine settembre i Commissari valuteranno il da farsi, ben poco resterà dell’unico stabilimento produttivo d’Italia della RDB spa e dei suoi 90 lavoratori”. All’interno dell’azienda, fino a venerdì scorso, nonostante i nuvoloni neri sul futuro del gruppo si erano addensati da tempo, i lavoratori hanno creduto nella possibilità di poter vedere concretizzati i loro sacrifici nella salvezza dello stabilimento. Da oggi, però, sono state bloccate tutte le operazioni di carico dei manufatti dal piazzale e proclamato lo stato di agitazione. Da domani saranno presidiati i cancelli e la protesta proseguirà fino a quando non saranno pagati gli stipendi. “Daremo immediatamente il via alla concertazione con gli assessorati provinciali e regionali del lavoro e dello sviluppo”, si legge, “ per cercare da subito valide alternative alla procedura fallimentare paventata a livello nazionale. Resta l’emblema dei lavoratori di Tortoreto, esempio di spirito di sacrificio e di attaccamento al posto di lavoro, oggi più unico che raro in un mondo dove il lavoro è divenuto merce sempre più rara”.