Giulianova. Appare da qualche anno a questa parte nei pressi del Bivio Bellocchio, in estate, ma l’oggetto misterioso, che a prima vista sembra una testa e un collo di un enorme dinosauro verde, non è né una trovata pubblicitaria né un opera d’arte per turisti: si tratta, semplicemente, di un edera rampicante che, annualmente, ricopre completamente un palo dell’illuminazione pubblica rendendolo, di fatto, inutilizzabile.
Il fenomeno si ripete ormai da anni, senza che nessuno, né al Comune né all’ANAS, si preoccupi di porre rimedio all’inconveniente. D’altra parte sia la statale 16 che la 80 sono pieni di lampioni non funzionanti (uno, pericolosamente inclinato, è nelle vicinanze di Villa Pozzoni) e questo, almeno, da un tocco di allegria ad un tratto stradale un po’ squallido e privo di attrattive
La natura, d’altra parte, segue il suo corso, e può darsi che, l’anno prossimo, qualche pianta di fragole faccia appaia all’interno delle tristissime aiuole spartitraffico del bivio Bellocchio. Un tocco di colore che non guasterebbe, per quello che dovrebbe essere la porta di ingresso di Giulianova e per il quale, in passato, si è parlato di rotonde e sistemazioni varie.
Ben venga, quindi, il dinosauro verde del bivio, nuova specie preistorica giuliese. Poco più in là, i veri resti antichi di Castrum Novum, giacciono dimenticati tra erbacce e sporcizia, senza neppure la speranza che qualcuno li noti, neppure per sbaglio. Eppure nel giugno 2010 l’amministrazione comunale nominò un esperto per i beni archeologici.