Si tratterà ora di valutare nel dettaglio le quattro proposte emerse finora. Si va dall’area di Sant’Atto (D), collinare e di proprietà della Asl, nelle vicinanze del centro iperbarico, all’area dietro la Facoltà di Veterinaria (B), forse la più piccola e la meno adatta ad ospitare struttura ospedaliera e parcheggi necessari, dall‘area delle cave (C), come proposto dal consigliere Maurizio Verna in direzione est dopo lo stadio a quella a ridosso del centro commerciale (A), che però sarebbe già escluso in partenza in quanto a rischio esondazione.
“In Consiglio non ci saranno scelte definitive ma solo indicazioni di massima”, ha detto il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, “e mi auguro che ci sia una votazione unanime su quello che rappresenta una scelta fondamentale per il futuro della nostra città”.
Una spesa di circa 220 milioni di euro, dunque, per un’opera moderna e nuova che dovrebbe vedere la luce in tre anni e mezzo e che garantirebbe un miglioramento dei costi, degli standard qualitativi e quantitativi imposti dai criteri ministeriali che oggi non ci sono e garantirebbe un servizio ottimale anche ai paesi dell’entroterra, altrimenti penalizzati da un eventuale spostamento dell’ospedale verso la costa.
Solo in un secondo momento, poi, si discuterà anche di cosa avverrà dei vecchi ospedali, alcuni dei quali saranno recuperati per pazienti cronici e lungodegenti.