Teramo. Soldi da mantenere in cassaforte e da utilizzare solo in caso di emergenza. Si può sintetizzare in questo modo il nocciolo di Basilea 3, la riforma che il comitato sulla vigilanza bancaria – l’organizzazione internazionale istituita dai governatori delle Banche centrali dei dieci paesi più industrializzati alla fine del 1974 – ha pensato per mettere al riparo gli istituti di credito da altre crisi economiche e che dovrà essere approvata dal G20 in programma a novembre a Seul.
Un meccanismo che, coinvolgendo le banche, si ripercuoterà inevitabilmente anche sul mondo imprenditoriale, soprattutto per quanto riguarda la concessione dei crediti già così duramente contratti i a causa del perdurare della fase di difficoltà. Per comprendere meglio in cosa consistono queste modifiche e quali potrebbero essere le conseguenze per il tessuto imprenditoriale locale, la Banca dell’Adriatico ha organizzato per venerdì 15 giugno, alle ore 17, nella sala Eltron di San Nicolò a Tordino, il convegno “PMI tra credito, crisi e ripresa”, al quale parteciperanno anche il Presidente della regione Gianni Chiodi, il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa, l’ex sottosegretario Gianni Letta e il presidente di Confindustria Abruzzo Mauro Angelucci.
Le attività che le banche svolgono quotidianamente, come l’erogazione dei credito e la vendita dei titoli, infatti, possono comportare dei rischi che potrebbero portare a delle perdite. Per questo motivo gli istituti di credito devono mantenere da parte un capitale “di sicurezza”, in caso di necessità. E Basilea 3 prevede un ulteriore innalzamento di questi accantonamenti. Ma se da una parte le banche potranno mettersi al sicuro da eventuali nuove crisi economiche, dall’altra dovranno tenere “bloccati” una quantità maggiore di soldi rispetto al passato, irrigidendo così, in maniera ancora più sostenuta, la concessione del credito alle imprese e alle famiglie. Diventare più virtuose attraverso una strutturazione interna capace di lavorare con il sistema sarà, dunque, la condizione indispensabile richiesta alle aziende per continuare ad avere la fiducia delle banche. Migliorare i propri parametri di bilancio attraverso la riduzione delle esposizioni bancarie, migliorare il capitale sociale e la redditività aziendale, fornire piani a lungo termine e trovare partners che possano fornire supporti efficienti. Cosa tutto sommato scontata per le aziende grandi ma che potrebbe mettere in difficoltà le attività più piccole che rappresentano la vera ossatura dell’economia abruzzese. Per questo motivo è importante conoscere i possibili impatti che la nuova normativa potrà avere per le piccole e medie imprese del territorio.