A nulla sono servite le richieste dei sindacati di un incontro con il manager Varrassi, per discutere, con urgenza della questione.
“Il problema è gravissimo” commenta la Cgil. “Il trasferimento non ha motivazione alcuna e, soprattutto, aumenta la forte carenza di personale infermieristico nelle sale operatorie di Atri: già da settembre, infatti, sarà privata di due infermieri che andranno in pensione e altri due godono dei benefici della legge 104/92 e pertanto, in grado di garantire meno ore di lavoro. Il rischio per la salute della popolazione della vallata è altissimo. Si dica chiaramente e, una volta per tutte, qual è l’intenzione della Direzione Generale circa il destino del presidio atriano. Si fa un bel dire che non lo si vuole chiudere, ma i fatti raccontano un’altra verità”.
Ma i sindacati non ci stanno (né tanto meno i cittadini) e annunciano con chiarezza: “di qualsiasi situazione negativa, sarà responsabile chi ha proposto il trasferimento, sarà cura di queste organizzazioni sindacali intervenire prontamente per coinvolgere le forze dell’ordine, se la salute dei cittadini sarà messa in pericolo e se verranno meno le tutele dei lavoratori”.
Nel frattempo, Cgil e Cisl si riservano di agire, nei prossimi giorni, in segno di protesta con ulteriori ed eclatanti azioni di protesta.