Atri. “Situato su una collina a pochi chilometri dal mare, tra il Piomba ed il Vomano, Atri è uno dei centri storici ed artistici più importanti dell’Abruzzo”. E fin qui siamo d’accordo. Proseguiamo. “È il turismo, quindi, il volano dell’economia atriese vista la quantità e la qualità dei monumenti presenti”. Alt! “Atriese”…Ne siamo proprio certi? Il termine utilizzato convince poco e convince ancor meno i cittadini (atriani?).
Questa suggestiva e quanto mai originale presentazione della cittadina ducale è inserita su un sito internet turistico della zona ed è diventata un vero e proprio tormentone, che sta facendo il giro della rete, diffondendosi su una famoso social network e scatenando risate e sfottò di ogni genere.
“In che lingua è scritto?” si chiede qualcuno, “se l’avesse scritto il mio cane sarebbe stato meglio”, risponde un altro. Ma “l’originalità” non si ferma qui. Una delle grandi attrazioni ducali, i calanchi, vengono descritti, come ha evidenziato qualcuno, quasi come dei “terribili mostri dai quali difendersi”. Si legge, infatti, che “sotto il profilo paesaggistico interessanti sono i calanchi che circondano il comune”. E, infine, un tuffo nel passato, alla scoperta delle origini di questa cittadina: “Atri ha origini antichissime e si presume che la sua storia sia iniziata nel X secolo a.C. con la migrazione degli Illiri. Prima con il nome di Hadranus poi come Hatria, questo centro è sempre stato di grande importanza sin dall’ epoca dei romani, soprattutto per la sua posizione strategica”.
Nulla da dire sulla ricostruzione, non esattamente lo stesso sul “lancio” turistico. E l’amministrazione comunale cosa ne pensa?