“Da anni” commenta il presidente Francesco Di Antonio, nella duplice veste di paziente in dialisi peritoneale “lo vado dicendo ma la politica non ascolta: la soluzione per l’intasamento dei pronto soccorso è la valorizzazione e l’istituzione dell’infermiere di famiglia. L’elevato numero di codici bianchi (quelli meno gravi) è la visura che il servizio offerto dai medici di medicina generale non è efficiente, il cittadino preferisce aspettare ore al pronto soccorso pur di ricevere una prestazione che non trova altrove”.
Secondo il Movimento “in questi anni si è proceduto a tagli alle strutture ospedaliere, ai posti letto, al personale dipendente pubblico, ma nessuno ha avuto il coraggio di rivedere la convenzione con i medici di medicina generale, una convenzione che è un ‘tassametro’ per il servizio sanitario Nazionale, che si trova spesso a pagare due volte lo stesso servizio. Infatti, mentre il paziente è in cura magari per mesi, presso una struttura ospedaliera” aggiunge Di Antonio “lo Stato che paga medici ed infermieri della struttura continua,nello stesso tempo a pagare anche la quota al medico di famiglia,che nel 90% dei casi non si fa mai vedere o sentire. La figura dell’infermiere di famiglia, presente in molti Paesi, prevista dal documento salute 21della Regione Europea dell’OMS, permette di seguire ‘in famiglia le persone con problemi di salute e non autosufficienti’. Si tratta di una figura di raccordo con la struttura ospedaliera, il medico di base e specialista ed il distretto sociosanitario. E’ da anni che anche l’ordine professionale degli infermieri spinge per l’implementazione di questa figura”.