La prima tappa è il bacino del fiume Vibrata.
L’ARTA monitora nel bacino 31 pozzi e 1 sorgente.
Nel 2015 l’86% dei punti di campionamento ha registrato almeno un superamento dei limiti di legge, il 90% considerando il periodo 2010-2015.
I dati evidenziano nel 2015 un peggioramento rispetto al 2014 per metà dei casi.
L’85% dei pozzi nel 2015 mostra il superamento dei limiti di legge per i Nitrati, con punte di 4 volte i limiti di legge (200 mg/l contro 50). Lo Ione ammonio, altro indicatore di inquinamento da attività agricole, ha un picco di 28 volte i limiti di legge.
Tra le sostanze cancerogene il Tetracloroetilene è presente in vari punti della rete di monitoraggio (nella zona del canile e la caserma dei carabinieri ad Alba Adriatica; Tecnica Edil a Sant’Omero, Spinosi a Corropoli) con un picco di 20 volte i limiti di legge in un pozzo nei pressi del depuratore di Villa Marchetti a S.Egidio alla Vibrata.
Il Cloroformio (triclorometano), anch’esso presente in diverse località (caserma dei carabinieri ad Alba Adriatica e Tecnica Edil di Sant’Omero) raggiunge un picco di 130 volte i limiti di legge presso il pozzo sito al Depuratore di Villa Marchetti a S. Egidio alla Vibrata.
FIUME VIBRATA
L’ARTA ha suddiviso il fiume Vibrata in due tratti.
Quello a monte è in uno stato ecologico “BUONO”.
Basta scendere nel tratto a valle per precipitare nella categoria “SCARSO” a testimonianza della pervasività dell’impatto antropico. Nel triennio 2013-2015 c’è stato un leggero miglioramento per lo “Stato ecologico” (il triennio precedente era nella categoria più bassa, “CATTIVO”) ma un peggioramento per lo “Stato chimico” che diventa “NON BUONO” a causa della presenza nel 2014 di mercurio oltre i limiti.
Alleghiamo gli estratti delle schede e delle mappe che riguardano il fiume Vibrata tratte dalle due relazioni dell’ARTA.
“Ricordiamo che dal 2010″, scrive il Forum H2O la piana del Vibrata è stata perimetrata quale zona vulnerabile da nitrati ma dopo sette anni non vi sono stati risultati e, anzi, si è registrato un ulteriore peggioramento per questo parametro.
Tra l’altro evidenziamo che la rete di monitoraggio dell’ARTA include solo alcuni punti utili a descrivere il quadro generale della situazione. Eventuali altri siti contaminati non vengono mostrati in queste relazioni.
Crediamo che tutti i responsabili delle istituzioni debbano dare risposte urgenti a queste problematiche altrimenti la situazione ambientale del bacino rischia di diventare irreversibile (se non lo è già).
Auspichiamo che sia assicurata un’ampia partecipazione delle comunità alle attività che riguardano la bonifica e la sorveglianza sulla stato del territorio e che siano indirizzati adeguati provvedimenti ed investimenti per risanare questo bacino”.