“Noi, esattori per conto dello Stato”. E’ un coro unanime quello degli amministratori comunali della provincia di Teramo che lamentano, loro malgrado, il ruolo di riscossori delle imposte statali che le nuove direttive del Governo Monti hanno loro imposto.
Ed è l’Imu, l’imposta municipale propria che sostituisce la vecchia Ici (introdotta 1° gennaio 2012 l’applicazione del introdotta dal decreto sul federalismo municipale articoli 8 e 9 del decreto legislativo 23/2011) ad essere in questo momento al centro delle attenzioni dei bilanci comunali così come delle tasche dei cittadini. Perché, se è vero che questa imposta andrà a tassare il patrimonio immobiliare e quindi chi una o più case ce le ha, è anche vero che i Comuni hanno una certa elasticità discrezionale per aumentare le aliquote fino allo 0,2 per cento. E, considerando la rivalutazione delle rendite catastali già previste, insieme ai bilanci dei Comuni costretti a fare i conti con risorse sempre più striminzite, non è fuori luogo pensare che l’Imu andrà ad incidere in maniera pesante sui bilanci delle famiglie. Inoltre, anche se ci sarà una differenzazione sulle prime abitazioni e se saranno previste detrazioni per ogni figlio a carico con meno di 26 anni (fino ad un massimo di 4), con la nuova imposta andranno a pagare categorie che finora ne erano state esenti.
La normativa, infatti, prevede il pagamento per le abitazioni in cui dimorano, con uso gratuito, i familiari, i fabbricati rurali, come pagliai, rimessaggi e stalle (per i quali è prevista un’aliquota dello 0,2 per cento), le abitazioni costruite ma non ancora vendute e gli immobili dati in affitto.
E in una provincia che nella sua città capoluogo ospita molti universitari e nei Comuni costieri e montani vive essenzialmente di turismo è facile immaginare l’effetto dirompente che questa tassazione avrà per l’economia dell’intero territorio. Ma, è bene ricordarlo, solo una parte di questi introiti resterà nelle casse delle amministrazioni, mentre una buona parte (il 50% circa delle tasse per le seconde case) confluirà direttamente nelle casse dello Stato.
Teramo. Con un regolamento quasi pronto e alcune simulazioni già studiate, l’amministrazione comunale di Teramo sembra orientata a non modificare le aliquote base, lasciando allo 0,4 per cento le aliquote per la prima abitazione e allo 0,76 per cento le altre proprietà. “Stiamo ancora valutando gli effetti che questa nuova tassazione potrà avere sul nostro bilancio” spiega l’assessore al bilancio del Comune di Teramo, Alfonso Di Sabatino “considerando che le stime di riscossione si attestano intorno al 75 per cento. Crediamo che sia opportuno, infatti, incidere il meno possibile quest’anno, in modo da valutare l’impatto che tale novità avrà sui nostri conti ed eventualmente rivedere le aliquote nel prossimo futuro. Di certo siamo coscienti di chiedere molto ai cittadini ma confidiamo nella loro collaborazione, anche perché con la nuova normativa non sarà più possibile trovare sotterfugi per evitare il pagamento”. Tra le valutazioni ancora in corso ci sono delle eventuali riduzioni previste per gli affitti, le costruzioni non vendute e le case date ai familiari.
Pineto. Approvato in giunta e in attesa di essere discusso in consiglio, il regolamento del Comune di Pineto, tra i primi ad aver trovato la quadratura del cerchio è già pronto. Le aliquote applicate saranno del 4,8 per mille per la prima casa e dell’8,6 per mille per gli altri immobili. “Come la maggior parte delle località costiere” spiega il sindaco Luciano Monticelli “il nostro territorio vive soprattutto d’estate e in tanti hanno acquistato qui l’abitazione in cui trascorrere le vacanze. E, per chi come noi vive di turismo, questa tassazione di certo non aiuta, sebbene ci impegneremo al massimo per recuperare quelle sacche di evasione che finora hanno pesato in misura ancora maggiore sulle spalle dei contribuenti onesti”. Non sono previste agevolazioni per le abitazioni date in affitto.
Giulianova. Dopo una prime serie di incontri, si sta completando la fase di studio del nuovo regolamento che dovrebbe essere pronto già nelle prossime settimane. L’unico dato certo è che l’aliquota della prima casa non si tocca (e dunque resta allo 0,4 per cento) mentre qualche correzione al rialzo sarà senza dubbio necessaria per la seconda casa. Il Comune, che già da un anno sta conducendo un attento lavoro di controllo sulle residenze reali, ha già avuto modo di “stanare” quanti avevano usufruito di un “vuoto normativo”, dando la possibilità ai coniugi di avere la residenza e la prima casa in comuni diversi. “Su oltre 1900 cartelle mandate ad abitazioni con unici occupati” spiega l’assessore al bilancio Fabio Ruffini “abbiamo avuto solo pochi ricorsi. Segno, questo, che il nostro lavoro sta portando i primi frutti. Inoltre abbiamo tanti casi di abitazioni vuote e di affitti in nero e con la nuova normativa anche questi casi dovranno essere regolarizzati. Per quanto riguarda l’Imu saremo costretti ad aumentare l’aliquota per chi ha una seconda o più case in quanto su 4 milioni di euro che incassavano da queste abitazioni con la vecchia Ici, oggi lo Stato ce ne chiede almeno 3 milioni e mezzo”.
Pietracamela. “Ci sentiamo con le spalle al muro e in qualche modo cerchiamo solo di indorare la pillola che lo Stato ci ha dato”. Commento amaro quello di Antonio Di Giustino, sindaco di Pietracamela, nel cui territorio si vivono tuttora le conseguenze del terremoto del 2009, con la fase di ricostruzione ancora in alto mare. “Non ci sarà alcun aumento rispetto alle aliquote base” assicura Di Giustino “ma da giugno in poi dovremo far fronte in qualche modo anche al mancato introito nei nostri comuni”. Tante le seconde abitazioni nella località montana molte delle quali, però, risultano essere ancora lesionate dal sisma. “Non c’è dubbio che il pagamento dell’Imu condizionerà le presenze turistiche soprattutto per le case prese in affitto” conferma il sindaco “ma purtroppo come amministratori abbiamo le mani legate e ci auguriamo che la bellezza dei nostri paesaggi saprà compensare il dazio che lo Stato ci chiede”.
Tortoreto. Impelagato in situazioni che hanno “movimentato” la vita amministrativa nell’ultimo periodo, il consigliere comunale di Tortoreto Silvestro De Santis, delegato al bilancio, spiega che si stanno ancora esaminando le proiezioni su eventuali ritocchi alle aliquote prima di decidere cosa fare. “Non vorremmo aggravare una situazione già difficile” chiarisce De Santis “ma quasi certamente saremo costretti a rivedere qualcosa sulle seconde case. Inoltre abbiamo da valutare tante situazioni, con le case agricole e le pertinenze ma la volontà dell’amministrazione è quella di contenere il più possibile gli aumenti”. Potrebbero essere previste anche delle particolari detrazioni per le così dette “fasce deboli”.
Alba Adriatica. E’ in fase di discussione e dovrebbe essere approvato in giunta già la prossima settimana il regolamento del Comune di Alba Adriatica. Ma non vuole anticipare nulla l’assessore al bilancio Gianfranco Marconi che assicura come, a differenza di molte altre amministrazioni, ad Alba ci sarà solo un lievissimo aumento, “per coprire i minori trasferimenti erariali”. “Siamo ancora alle prese con le simulazioni vista la complessità dei calcoli” dice Marconi “ma le nostre misure saranno assolutamente limitate”. E, al contrario dianto avveniva in passato, nella località costiera si assiste ad un fenomeno inverso, ovvero al ritorno alla prima residenza per usufruire anche delle detrazioni per i figli a carico.
Manuela Martella