Il caso segnalato dall’associazione, racconta di due giovani che, ad una nota fiera nazionale, sono stati invitati dai promotori di una compagnia energetica a sottoscrivere un modulo per l’invio di informazioni. Ai ragazzi, in perfetta buona fede, è stata anche richiesta una foto digitale dei documenti perché, è stato loro spiegato, “serve per confermare alla società dell’esistenza di una persona fisica dietro quella firma”.
Ma dopo qualche tempo il giovane si è visto recapitare una fattura relativa alla fornitura di corrente elettrica dell’abitazione famigliare e, chiamando il servizio clienti per segnalare l’errore, è venuto a conoscenza della sottoscrizione di un regolare contratto da parte sua. Solo quando ha richiesto la documentazione si è accorto che il modulo firmato alla fiera era in realtà un contratto, al quale erano stati aggiunti dati dell’utenza, insieme ad altri due fogli firmati palesemente in modo falso, denunciando la cosa ai Carabinieri.
“Purtroppo non si tratta di un caso isolato” ha detto Di Ferdinando “in cui ragazzi giovani poco più che ventenni, per pochi euro, rischiano di rovinarsi la vita con un reato. La loro individuazione, infatti, è fin troppo facile perché i contratti hanno riferimenti precisi, senza contare che ci sono le provvigioni pagate. Queste condotte, spesso suggerite dalle stesse agenzie di promoter, di fatto rovinano l’immagine della compagnia, generando anche un sistema falso di competitività creato per illudere il consumatore finale di vantaggi, in realtà, inesistenti”.