Teramo. Il Comune di Teramo dovrà restituire ai cittadini l’Iva già versata sulla Tia. A stabilirlo è una sentenza della Corte di Cassazione del 9 marzo, che di fatto mette la parola fine alla questione relativa alla natura della Tariffa di igiene ambientale, ribadendo che questa non poteva e non può essere assoggettata ad Iva in quanto entrata di carattere tributario e non un corrispettivo per il servizio reso.
“La sentenza” spiega Gianguido D’Alberto Vicecapogruppo Pd al Consiglio comunale di Teramo “segna un’ulteriore e (ci auguriamo) definitiva tappa della vicenda riguardante il sacrosanto diritto dei contribuenti teramani al rimborso dell’Iva indebitamente pagata sulla Tia nei periodi di imposta 2005-2009, sorto sulla base della nota sentenza della Corte Costituzionale n. 238 del 2009 che aveva già chiarito la natura non tributaria della tariffa stessa. Viene così sonoramente bocciata quell’operazione che avevamo già etichettato come tentativo di elusione fiscale governativa, con cui il Ministro Tremonti e la sua maggioranza avevano cercato di impedire il soddisfacimento del diritto dei contribuenti al recupero delle somme versate ingiustamente. L’Esecutivo, infatti, dopo aver escluso il carattere tributario della tariffa, ha ritenuto di attribuire carattere tariffario anche alla Tia 1, paralizzando di fatto le procedure di rimborso già attivate dalle richieste presentate da oltre 4 mila cittadini teramani. Ed ora, con questa sentenza, la Cassazione riapre i giochi e restituisce di fatto la giusta legittimazione alle richieste di rimborso dell’Iva ingiustamente corrisposta. Se è vero, dunque, che l’Iva è stata girata allo Stato e che sul bilancio statale graveranno i costi derivanti dalle procedure di restituzione, appaiono ormai improrogabili una serie di chiarimenti da parte dell’Amministrazione comunale e della Teramo Ambiente, che, in qualità di gestori del servizio per gli anni di rispettiva competenza, sono chiamati a ricevere le domande di rimborso oltre che ad assumere la posizione di controparte in eventuali ricorsi davanti al giudice ordinario. La perdurante situazione di silenzio a questo punto è inaccettabile. Per questo chiediamo che da parte dei soggetti competenti siano comunicati ai cittadini teramani forme, termini e modalità per il soddisfacimento di un diritto troppo a lungo negato e che nel nostro territorio assume una valenza maggiore, se si considera l’elevata incidenza della Tia sulle tasche di tutti i contribuenti”.