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Omicidio Fadani, in appello vengono condannati i tre rom a 10 anni

L’Aquila. I giudici di secondo grado inaspriscono le pene e i tre rom coinvolti nell’omicidio di Emanuele Fadani vengono condannati, ciascuno, a 10 anni di carcere. La Corte d’Assise d’Appello ha ribaltato la sentenza di primo grado emessa dal tribunale di Teramo ed ha condannato i tre rom dell’omicidio Fadani a 10 anni ciascuno per concorso in omicidio preterintenzionale.

 

La madre di Emanuele Fadani, il commerciante di 38 anni ucciso a pugni il 10 novembre del 2009 all’esterno di un pub di Alba Adriatica ha lasciato l’aula in lacrime. “Questo e’ un inizio di giustizia ed in Cassazione otterremo quella definitiva”, ha dichiarato a caldo Anita D’Orazio Fadani. “Oggi inizia il rispetto per la vita di mio figlio”.In primo grado il gup del tribunale di Teramo, Giovanni de Rensis, aveva condannato a dieci anni Elvis Levakovic, il rom che sferrò il pugno mortale all’imprenditore albense, mandando assolti per non aver commesso il fatto, Danilo Levakovic e Sante Spinelli, gli altri due nomadi che la sera dell’omicidio erano con lui. “Abbiamo rotto la palude dell’omicidio preterintenzionale isolato dall’aggressione dimostrando l’esistenza dell’agguato alla vittima – e’ il commento soddisfatto dell’avvocato di parte civile, Gabriele Rapali. Il collegio ha riconosciuto la colpevolezza dei tre rom, dimostrando che c’era una visione alternativa ulteriore rispetto a quella emersa in primo grado”. La procura della Repubblica di Teramo (il procuratore capo Gabriele Ferretti ed il sostituto Roberta D’Avolio) aveva chiesto la condanna dei tre per omicidio volontario in concorso.

L’avvocato difensore dei tre rom, Piergiuseppe Sgura, ha annunciato che presentera’ ricorso in Cassazione. “La Corte ha tempo 90 giorni per depositare le motivazioni della sentenza – dice il legale di fiducia dei Levakovic e di Spinelli- dalla quale comprenderemo il ragionamento seguito dal collegio. Suppongo che abbiano considerato il concorso morale nell’omicidio preterintenzionale e non quello materiale, ma lo capiremo leggendo la sentenza. Per i miei assistiti non e’ stato disposto il trasferimento in carcere (pure chiesto dalla procura di Teramo ndr) non essendo stato ravvisato l’omicidio volontario”. Alla famiglia Fadani e’ stata assegnata una provvisionale. Al processo erano presenti l’amico di Emanuele Fadani, Graziano Guercioni che il giorno dell’assassinio del commerciante si trovava in sua compagnia, i parenti piu’ stretti del commerciante ucciso ed i coniugi De Meo, il cui figlio Antonio, nell’agosto del 2009 a Martinsicuro venne ucciso a pugni per futili motivi da due rom minorenni condannati in secondo grado ad otto anni ciascuno.