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Teramo, aggressione piazza Dante: il racconto dei ragazzi aggrediti

Teramo. In merito all’aggressione avvenuta nella notte tra venerdì e sabato scorsi, i due ragazzi aggrediti, uno dei quali è stato colpito e ferito con un coltello, hanno voluto inviare una lettera aperta per raccontare la loro versione dei fatti.

Dopo aver letto articoli completamente diversi dalla realtà dei fatti, ora vogliamo dire la nostra. La notte tra sabato e domenica scorsa, mentre ci apprestavamo a tornare alla nostra macchina parcheggiata in Piazza Dante, siamo passati dinanzi al Bar Borromei. Una volta che ci siamo trovati lì di fronte, alcuni soggetti che conosciamo con il nome di ‘naziskin’ ci hanno “richiamati” per il modo con il quale li guardavamo. Tutto avevamo in mente tranne quello di giudicarli o altro. Gli stessi si sono avvicinati in malo modo dicendoci che sarebbe finita male. Precisiamo che noi non avevamo nessuna intenzione di cedere alle loro provocazioni ma loro hanno continuato e poco dopo ci hanno aggredito. Mentre provavamo a portare la calma, uno di questi, il più grande, si è messo “muso a muso” con uno di noi e, tirando fuori dalla tasca un coltello, ha sferrato un fendente colpendo uno di noi al fianco sinistro. Stupefatti di quanto accaduto, siamo andati immediatamente alla nostra autovettura, sanguinanti. Siamo corsi in ospedale per medicare la grave ferita. I sanitari hanno provveduto ad apportare punti di sutura come da referto evitando il peggio. Una volta medicati i carabinieri, corsi sul posto, ci hanno chiesto di fornire la dinamica dei fatti e gli stessi, una volta appurata la situazione, incredibilmente, ci consigliavano di dire ai nostri genitori che il sangue sugli indumenti era stato provocato dalla rottura di un capillare del naso! Non potevamo credere alle nostre orecchie. Questo è ciò che è accaduto quella notte. Eravamo convinti che questo grave episodio portasse a conseguenze nei confronti dei nostri aggressori ed invece tutto il contrario. La domenica pomeriggio, su invito dei carabinieri di Teramo, ci siamo recati in caserma e, una volta sporto denuncia ed identificati gli aggressori, veniamo a conoscenza che chi ha provato ad ucciderci è tornato a casa tranquillamente, nonostante la perquisizione fatta nelle loro abitazioni, dove è stato trovato il coltello usato il giorno prima ed un tirapugni. Non riuscivamo a capire come era stato possibile aver preso una decisione del genere. Ulteriore assurdità è quella che abbiamo vissuto e visto in questi due giorni: di fatto nessun organo di informazione ha trattato questo caso di sangue e nessun rappresentante pubblico ci ha fatto sentire la propria vicinanza, tutto è stato messo da parte come se nulla fosse. Sappiamo che questi soggetti non sono nuovi all’uso di lame, ma a quanto pare continueranno a dormire sogni tranquilli. Addirittura martedì mattina un quotidiano ci ha etichettati come estremisti di sinistra, ma la cosa è totalmente falsa. Non capiamo a che gioco essi vogliano giocare, forse non hanno capito che poteva scapparci il morto e quindi noi esigiamo, come onesti cittadini, giustizia perché, se giustizia non vi sarà, siamo convinti che i prossimi a capitarci forse non avranno neanche la possibilità di raccontarlo. Nessuno deve chiudere gli occhi quando accadono cose così gravi che normalmente vengono punite con la galera.

I RAGAZZI AGGREDITI

Lettera firmata