“La struttura del Commissario”, spiega Guizzetti, “ci conferma che in presenza di plessi scolastici che presentano un indice di vulnerabilità molto basso (0,35) ma che sono stati dichiarati agibili dai tecnici della Protezione civile, non è possibile allestire soluzioni alternative. Nel caso, invece, vi siano dei plessi scolastici che risultano danneggiati nel corso del sisma, la struttura del Commissario ci comunica che non è possibile utilizzare i moduli abitativi già usati nel sisma dell’Emilia Romagna perché non idonei ad un secondo utilizzo e in quanto presentano delle qualità non conformi ai nuovi requisiti imposti dal DM”.
Uno stop, dunque, che arriva dalla burocrazia che rende inutili tutti gli sforzi fatti finora. E non nasconde la propria il vice sindaco che conferma come i moduli, in buono e dunque riutilizzabili, necessitavano solo di una ordinanza specifica per poter essere utilizzati.
“Ma in Italia”, continua Guizzetti, ancora convinto della bontà di questo progetto “alcune cose non si posso fare e se si fanno bisogna spendere di più. Chiunque io abbia incontrato, istituzioni, politici e tecnici, tutti concordi che questa è o era la soluzione, fra l’altro più veloce e molto meno costosa. Io sono convinto e lo ribadisco che per dare risposte subito ai territori terremotati in tempi celeri questa è una soluzione”.