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Sciopero ad oltranza della marineria. Squeo (Federpesca) chiede intervento della Regione

Giulianova. Sciopero ad oltranza contro il caro gasolio. Incrocia le braccia la marineria di Giulianova, per sensibilizzare le istituzioni su una serie di criticità che minano il futuro del comparto. Va detto che già da almeno una settimana pescatori ed armatori avevano deciso di non salpare dal porto di Giulianova. La protesta coinvolge tutta la marineria, vongolare comprese, tranne il settore della piccola pesca che però in questi giorni non è operativa per via delle pessime condizioni del mare. “Non possiamo andare in mare”, sottolinea Walter Squeo, referente regionale di Federpesca, “senza avere reddito. Abbiamo dei costi enormi da sostenere a partire dal carburante. Poi una serie di incombenze: la licenza a punti, le normative comunitarie che ci impongono, ad esempio, di aggiornare un registro quotidianamente sulle modalità di pesca, sul quantitativo e altro ancora”. A proposito di gasolio, il costo è ormai insostenibile in quanto sfiora l’euro a litro. Una imbarcazione di medio tonnellaggio per una battuta di pesca consuma circa 1500 euro di gasolio, a fronte di un ricavo inferiore ai 1200 euro. In pratica, un’uscita in mare attualmente rappresenta una perdita che si aggira tra i 300 e i 500 euro al giorno. “Bisogna attuare subito una riforma della politica comunitaria della pesca”, ha aggiunto Squeo, “che sappia distinguere e differenziare la pesca effettuata in Atlantico, da quella fatta nel Mediterraneo. Una distinzione va fatta perché tecniche di pesca e qualità del prodotto sono differenti tra Oceano Atlantico e Mediterraneo”. La settimana scorsa a Roma si è tenuto un incontro fra i rappresentanti delle categorie dei pescatori e delegati della Commissione Europea chiamata ad affrontare la questione legata alla pesca. “Noi abbiamo illustrato quelli che sono i veri problemi dei pescatori”, conclude il presidente della Federpesca Abruzzo, “dagli esponenti della Commissione Europea abbiamo ottenuto un assenso a ciò che stiamo sostenendo. Adesso ci aspettiamo una convocazione a Bruxelles, dinanzi al Parlamento Europeo che dovrà adottare i provvedimenti necessari per tamponare questa crisi. Sui banchi dei mercati italiani e dei centri per la grande distribuzione, si trova sempre più spesso pesce di importazione, non sempre da Paesi comunitari”. Secondo Squeo la qualità del pesce dell’Adriatico viene penalizzata dalla presenza sui mercati di prodotto di importazione proposto da flotte che non rispettano né taglie minime, né modalità di pesca. Intanto, dalla marineria giuliese è partito il grido d’allarme e la richiesta di soluzioni immediate per salvare un’industria, quella della pesca, che dà lavoro a migliaia di famiglie. Nel frattempo, lo stesso Squeo ha in programma di coinvolgere l’assessore regionale Febbo e i consiglieri regionali del territorio per individuare soluzioni utili che possano lenire le difficoltà con le quali si confronta il comparto.