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Teramo, perquisizioni nelle case dei membri di Azione Antifascista: l’altra versione dei fatti

Teramo. Lo scorso lunedì mattina una quarantina di carabinieri sono stati mobilitati dalla Procura per effettuare 11 perquisizioni nelle case di alcuni membri di Azione Antifascista Teramo, alla ricerca di uno striscione che pare sia stato esposto in città per qualche minuto intorno all’inizio di settembre.

Riportiamo di seguito, integralmente, l’analisi dei fatti esposta, in una nota, dagli stessi componenti di Azione Antifascista Teramo.

 

“Mobilitare 40 militari pagati dai contribuenti (di prima mattina) per cercare uno striscione può essere due cose: o una ridicola spesa di denaro pubblico o una scusa per controllare e far sentire il fiato sul collo a un movimento che in città è sempre più presente e ha sempre più seguito. Ed evidentemente comincia a dar fastidio a chi ci vorrebbe omologati e accondiscendenti. Noi siamo stati i primi a porci domande sul lavoro della Procura di Teramo, adesso ne stanno venendo altri che si chiedono il perché non si indaghi su cose un pelino più importanti, per fare due esempi a caso il partner privato di Te.Am. o gli innumerevoli furti nei quartieri (Piano della Lenta). A quanto pare invece gli inflessibili magistrati aprutini sono concentrati su stalking, procurati allarmi e striscioni. De gustibus non disputandum est. Su quest’ultimo punto aggiungiamo una nota di colore: la Digos di Bologna, durante la visita a uno dei perquisiti teramani, studente universitario nel capoluogo felsineo, è scoppiata a ridere per la motivazione della perquisizione (sempre lo striscione diabolico), esclamando che a Teramo non sanno proprio a che pensare. In realtà noi sappiamo (ma è un segreto per pochi) che avrebbero di cui pensare, ma preferiscono spendere così i soldi degli italiani, che tanto in questo momento problemi economici non ne hanno.

Questa era l’analisi, quello che segue è il commento di Azione Antifascista Teramo. Non troviamo carino, da parte delle Forze dell’Ordine, entrare in casa di una ragazza di 20 anni la mattina presto per fare una perquisizione, durante la quale sanno già che non troveranno niente, al solo scopo di intimidire e col solo risultato di traumatizzare la ragazza stessa (per cosa poi? Sempre per il mostruoso striscione). Sappia la Procura che con questi mezzi non raggiungerà il suo obiettivo, metterci gli uni contro gli altri per zittire la nostra azione politica, oggi più che mai fondamentale nel ricercare un unità popolare che possa porsi come alternativa al sistema plutocratico odierno. Sappia la Procura che non cadremo nelle provocazioni delle Forze dell’Ordine, non saremo noi ad accendere la situazione, noi non siamo come voi. Siamo ragazzi che hanno a cuore la città di Teramo e l’antifascismo, non terroristi!”