Tutto era partito dall’allarme dei sindaci di Chieti che proponevano delle ordinanze per abbattere i cinghiali arrivati in prossimità dei centri urbani e sulla costa. Si è poi mossa una massa critica fatta da Prefetture, associazioni venatorie e agricole, gli stessi primi cittadini che hanno proposto un testo condiviso da tutti e al vaglio della Commissione consiliare. La modifica, firmata da 11 consiglieri regionali, riguardava proprio la riapertura alla caccia a squadre in quei territori in cui era registrato un crescente allarme sociale.
“E’ iniziato il lungo lavoro della commissione o meglio lavorio”, fatto di discussioni, emendamenti, rinvii”, ha detto con una certa delusione Sordini, “sembra impossibile ma anche su una problematica così urgente, semplice e condivisibile, la politica è riuscita a scontrarsi per non risolvere nulla nel totale disinteresse della cosa pubblica. Spero solo che prevalga subito il buon senso e che si giunga rapidamente all’approvazione di questa modifica urgentissima; sarebbe da incoscienti restare ancora inermi continuando a pagare danni salatissimi o piangere i morti degli incidenti, in una regione messa all’angolo dalle calamità naturali e dove i tagli alla sanità sono all’ordine del giorno”.
L’attuale regolamento, infatti, approvato dalla Giunta Chiodi nel 2014, di fatto ha chiuso per tre anni la caccia al cinghiale, provocando i danni che oggi si riscontrano in vaste aree del territorio regionale.