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Emergenza Teramo, le richieste del territorio in vista della manifestazione a Roma

Presentare la reale situazione del territorio abruzzese, con particolare riferimento al teramano, dopo il sisma, l’abbondante nevicata e il lungo black out, in modo da far modificare in maniera sostanziale il decreto legge, tenendo conto delle necessità del territorio. In una conferenza stampa tenuta questa mattina a Teramo, hanno voluto spiegare quanto riferito alla Commissione ambiente alla Camera ad inizio settimana, il presidente regionale dell’Anci, Luciano Lapenna e i sindaci di Teramo, Crognaleto e Guardiagrele, Maurizio Brucchi, Giuseppe Alonzo e Simone Dal Pozzo.

“Abbiamo detto quanto la situazione fosse drammatica soprattutto nella provincia teramana, “ha commentato Lapenna, ricordando come l’Anci aderisca in maniera convinta e partecipativa alla manifestazione in programma il 2 marzo a Roma per chiedere che vengano introdotte nel decreto tutte le modifiche presentate, auspicando la partecipazione, insegno di solidarietà, anche degli altri comuni abruzzesi. Assicurando anche il proseguimento della mobilitazione in caso di “sordità del Governo”, seppure abbia visto dei segnali positivi soprattutto per quanto riguarda il risarcimento danno a pubblico e privato e uno specifico decreto legge riservato al ripristino della mobilità interna.

“E’ questa l’Anci che voglio accanto”, ha aggiunto Brucchi, ringraziando l’associazione che non fa fatto “da cagnolino” al Governo ma si sta battendo, accanto ai Comuni colpiti, per avere quelle risposte concrete che servono al territorio. Il primo cittadino teramano ha anche sottolineato come, durante la sua prima audizione, abbia presentato la reale situazione vissuta in città dopo il lungo black out, capovolgendo, grazie anche ai verbali e alla documentazione sottoposta ai parlamentari, la versione fornita dall’Authority. Oltre al rimborso, come atto dovuto, Brucchi ha chiesto il riconoscimento dei danni e un risarcimento di immagine per quello che la lunga assenza di corrente ha provocato, incontrando già una prima disponibilità da parte dell’Enel. Infine la richiesta di rivedere il discorso emergenze per la società elettrica, visto che è stato assodato che la macchina non ha funzionato affatto.

Nella seconda audizione, invece, il primo cittadino teramano ha espressamente sottolineato come il decreto, così com’è, non consentirà al territorio di rialzarsi ma, al contrario, favorirà ancora di più l’effetto spopolamento che si sta già vivendo. Brucchi ha anche invitato i parlamentari a visitare la città, in modo da rendersi conto personalmente di cosa la città abbia bisogno. Tra le proposte fatte, oltre all’ampliamento del cratere, anche la richiesta per le abitazioni di tipo A che hanno comunque subito lesioni di un risarcimento una tantum, come accaduto per L’Aquila, oltre naturalmente alle garanzie per le scuole.

“Sono contento che in tutta la regione si stia facendo un corpo unico”, ha concluso Brucchi, in vista della mobilitazione di Roma che sta riscuotendo la partecipazione di tutto il mondo economico, imprenditoriale, sociale e culturale, “in modo da far sentire che è l’Abruzzo intero a manifestare”.

A portare la sua testimonianza anche il sindaco di Guardiagrele, pure lui alle prese con la difficoltà scuole, visto che nella microzonizzazione sismica, il suo territorio rientra nella fascia 1 e con i disagi provocati dall’assenza di corrente. Impegni certi da parte dell’Enel per recuperare subito gli investimenti sulle infrastrutture che finora non ci sono stati in tutta la regione, è stata la richiesta di Dal Pozzo, che punta ora ad una politica concreta di prevenzione, soprattutto dopo l’allarme lanciato dalla Commissione Grandi Rischi.

Infine per D’Alonzo, che più di altri vive il dramma dell’abbandono della montagna, è fondamentale che il Governo attui per la provincia teramana quella zona a economia speciale che può tornare ad attirare alcuni interessi economici, che nel decreto ci sia un pacchetto specifico per il maltempo nel teramano che contempli un risarcimento per i danno diretti e indiretti e che ci sia chiarezza per la diga di Campotosto.

“Chiediamo la creazione di un tavolo tecnico per non far calare l’attenzione su questo problema”, ha concluso D’Alonzo, “che possa far in modo di attuare tutte le misure di prevenzione e salvaguardia per la struttura che non può essere smantellata, vista l’importanza fondamentale per il territorio e come polmone indispensabile per il turismo, ma che deve poter garantire ai cittadini la massima sicurezza”.