Atr Colonnella, dopo l’accordo vertenza chiusa? Non per i sindacati

atrColonnella. L’accordo è stato sottoscritto ieri, nella sede del Ministero dello Sviluppo Economico a Roma, alla presenza delle organizzazioni sindacali: il nuovo corso dell’Atr di Colonnella può finalmente partire, dopo sei anni di incontri, discussioni, paventati fallimenti, con le relative conseguenze. Una crisi aziendale che aveva avuto forti ripercussioni sull’azienda vibratiana, specializzata nella produzione di materiali in fibra di carbonio, diventata negli anni un’eccellenza nel settore dell’automotive.

Prima l’amministrazione straordinaria, poi la nomina di un Commissario, Gennaro Terracciano, infine la messa in vendita. In tutto questo la Provincia di Teramo ha sin da subito svolto un ruolo di primo piano, affiancando e sostenendo l’azienda al fine di scongiurarne la lenta scomparsa.

“Oggi siamo particolarmente felici” ha detto il presidente Valter Catarra. “Si tratta di un risultato importante per l’intera area della Val Vibrata-Tronto, frutto della sinergia con tutti i protagonisti, dalla Regione, alla Provincia di Ascoli, al Comune di Colonnella, oltre naturalmente al Commissario Terracciano, ai sindacati ed agli imprenditori locali. In questo momento particolarmente difficile, non è facile trovare qualcuno che ha la freschezza mentale e la voglia di investire in attività così complesse. Siamo particolarmente felici, infatti, perché nella cordata c’è un imprenditore locale, che sarà affiancato dalla Oma Sud Spa di Valter Proietti“, con sede legale a Roma e la principale unità produttiva nel Casertano.

Si tratta di Primo Massi, che opera a Colonnella, nel settore metalmeccanico, dal 1970. La sua attività produttiva risale ai primi anni ’80 quando, dopo 10 anni da dipendente, decide di mettersi in proprio e apre il primo dei 4 stabilimenti attuali, nei quali vengono prodotti elementi dedicati al settore dell’edilizia.

atr_accordoDopo l’accordo siglato ieri, dunque, il prossimo passo è la firma dell’atto di cessione dell’azienda (la somma offerta ammonta a 400mila euro). Firma che è stata rinviata a data da destinarsi. “Ci sono delle irregolarità da ripristinare” ha spiegato Massi “come alcuni capannoni che risultano non a norma. Manca, infatti, l’agibilità, le strutture antincendio o magari, su tre piani, ne risulta solo uno. Al momento, un tecnico si sta occupando della regolarizzazione e subito dopo l’atto potrà essere firmato alla presenza del notaio. Contiamo comunque di essere operativi all’inizio del 2012, ma intanto l’azienda continua a lavorare con la vecchia procedura”.

Per quanto riguarda i livelli occupazionali, il piano industriale prevede l’inserimento di 85 dipendenti, tra automotive e aerospace, entro il 2012, 198 nel 2013, 220 nel 2014, 280 nel 2015 e 308, infine, nel 2016, per un costo annuo di circa 9milioni di euro.

All’entusiasmo di Provincia e nuova proprietà, tuttavia, fa da contraltare la pacatezza delle sigle sindacali. “Non è un punto di arrivo, ma di ripartenza” commenta Gianluca Di Girolamo della Uilm-Uil di Teramo. “Ora è tutto da consolidare. Certo, nasce una nuova Atr, ma ora bisogna lavorare sodo per un vero rilancio del polo di qualità. I punti critici riguardano l’occupazione: bisogna trovare, infatti, soluzioni per quei lavoratori che in prima battuta non saranno interessati dal processo di reinserimento. In questo serve il sostegno delle istituzioni relativamente agli ammortizzatori sociali”.

“Resta comunque una giornata importante” aggiunge Antonio Liberatore della Fim Cisl. “Oggi potevamo parlare di fallimento, invece siamo qui a discutere di opportunità lavorative”.

Più prudente la posizione di Giampiero Dozzi, della Fiom Cgil. “Il quadro non è ancora del tutto consolidato” ha detto. “Per risolvere la vertenza bisogna mettere in atto il piano industriale. Pensiamo solo che Ferrari e Lamborghini si stanno rendendo autonome nella produzione dei compositive, quindi bisogna verificare come si colloca l’Atr in questo scenario. Insomma, la vertenza non è affatto risolta”.

 

Marina Serra


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