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Gli effetti della crisi sugli Enti locali: Valter Catarra a Roma in rappresentanza delle Province italiane

“In questo momento in Italia, a causa delle manovre economiche che tagliano le risorse e limitano la capacità di programmazione e delle riforme istituzionali spot che intervengono, senza un confronto serio, sulla Carta costituzionale, l’autonomia di Regioni, Province e Comuni si sta sempre più restringendo”.

E’ quanto ha detto Valter Catarra, presidente della Provincia di Teramo, coordinatore Nazionale Assessori UPI alle Politiche Comunitarie e componente della Delegazione italiana al Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d’Europa (Cprle) intervenuto oggi a Roma ad un incontro con la Commissione di Controllo del CPRLE, che dal 2 al 4 novembre è in Italia per incontrare le Associazioni e i rappresentanti degli Enti locali nell’ambito di una indagine in vista della definizione di un rapporto sullo stato di attuazione della Carta Europea dell’Autonomia Locale in Italia.

“La crisi economica” ha detto Catarra “ha portato ad un forte accentramento politico, istituzionale e finanziario: le ultime manovre economiche hanno pesantemente compromesso l’attuazione in Italia dei principi sanciti dalla Carta Europea dell’Autonomia locale sia dal punto di vista finanziario che ordinamentale. I tagli ai bilanci e i vincoli del patto di stabilità, come ha sottolineato la stessa Corte dei Conti, stanno facendo crollare vertiginosamente la capacità di Province e Comuni di investire. Per le sole Province si registra un 23 per cento in meno della capacità di operare”.

Rispondendo alle domande dei Commissari riguardo a cosa accadrebbe in Italia se venisse portato a termine il Disegno di legge costituzionale di abolizione delle Province, il presidente ha sottolineato come “questo porrebbe l’Italia in una situazione di anomalia rispetto al resto dell’Europa, dove i poteri intermedi esistono in tutti gli Stati, tanto da essere considerati essenziali nella Carta Europea delle Autonomie locali, facendo venire meno un livello di democrazia essenziale per la rappresentanza dei territori. E’ inoltre certificato da fonti autorevoli (Servizio Bilancio del Senato) che la soppressione delle Province non porterebbe ad alcun significativo risparmio, anzi nel breve periodo potrebbe verificarsi un aggravio di costi dovuto al trasferimento del personale alle Regioni”.

Catarra, riferendosi alla lettera della Banca Centrale Europea, che cita tra le misure suggerite al Governo italiano la soppressione delle Province, ha infine rivolto un appello ai Commissari, sollecitando il Consiglio d’Europa a vigilare affinché “sia netta la divisione delle competenze tra le istituzioni europee. L’ingerenza dei poteri economici nelle scelte riguardo i sistemi democratici e istituzionali dei Paesi” ha concluso “è quantomeno inopportuna e trascende dai compiti e dalle funzioni attribuiti alla BCE dal Trattato”.