Al termine della mattinata di visita del primo ministro a Teramo, il presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino, e i sindaci del territorio attendono ora fatti concreti, visto anche il proseguire delle situazioni critiche sul territorio alle prese, adesso, con le conseguenze di frane e smottamenti.
Arrivati ad incontro iniziato, con qualche sassolino da togliersi dalle scarpe, alcuni primi cittadini della provincia teramana hanno avuto poi modo di esporre le proprie preoccupazioni a Gentiloni, sottolineando quanto sia difficile affrontare in prima linea le difficoltà non avendo neanche le risposte da dare alle persone.
Da Valle Castellana, ad Isola, da Cellino Attanasio a Notaresco, passando per tutti gli altri territori non rientranti nel cratere ma comunque flagellati da sisma e maltempo, dunque, la richiesta di avere dei provvedimenti eccezionali che tengano conto delle reali necessità del territorio in un momento così particolare.
“Abbiamo bisogno di un aiuto urgente subito” spiega il sindaco di Cellino Attanasio, Giuseppe del Papa, “perché i nostri territori si stanno spopolando”, ricordando come anche raggiungere l’ospedale più vicino oggi, sia per un suo concittadino un’impresa viste le frane cadute sulle strade di collegamento.
“Non è più tempo di dire che ci stanno vicini”, aggiunge il sindaco di Notaresco, Diego Di Bonaventura, che chiede, invece, atti concreti e soldi necessari per rimettere in piedi il proprio territorio.
Maggiori risposte sono quelle che cerca il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, che ha assicurato di vigilare che alle parole di Gentiloni seguano i fatti, pronto, in caso contrario, a manifestare insieme ai suoi colleghi a Roma. “Abbiamo chiesto al presidente di essere vicino al nostro territorio ora”, ha detto Brucchi, evidenziando come, a causa di quanto accaduto, la città si stia spopolando con le inevitabili conseguenze che ciò comporta.
Da parte, infine, del presidente Di Sabatino, che ribadisce l’inappropriatezza della Provincia nel far fronte a continue situazioni di emergenza così svuotata di poteri e di fondi, l’invito ai sindaci di “leggersi le carte”, come il decreto del 20 gennaio, dal quale poi dovranno seguire le ordinanze che devono tener conto delle esigenze del territorio, contando sulla lealtà istituzionale che ci si aspetta dal Governo.
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