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Il cellulare di Melania incastra Salvatore Parolisi

Teramo. Alle 14:53 del 18 aprile Melania Rea sarebbe stata a Ripe, e non al pianoro di Colle San Marco, dove invece non sarebbe mai andata. A dirlo sarebbero i risultati di alcuni accertamenti sui cellulari condotti nei giorni scorsi da parte degli investigatori teramani che indagano sull’omicidio della donna di Somma Vesuviana. Gli inquirenti avrebbero usato telefonini uguali a quello che usava Melania, incrociando poi i dati delle celle telefoniche che agganciano la zona, affinando dunque gli esperimenti condotti dagli inquirenti di Ascoli Piceno nelle settimane immediatamente successive l’omicidio.

In base al comportamento dei telefoni e delle celle gli investigatori sarebbero giunti alla conclusione che nel momento della chiamata dell’amica Sonia Viviani (appunto quella delle 14:53, e che non ebbe risposta) il Samsung di Melania si sarebbe già trovato al Chiosco della pineta a Ripe di Civitella, dove due giorni dopo la donna fu rinvenuta cadavere.
I risultati sarebbero un tassello molto importante per l’accusa, e metterebbero ulteriormente in discussione la versione dei fatti raccontata da Salvatore Parolisi, al momento unico indagato per l’omicidio di Melania. Il caporalmaggiore dell’esercito ha sempre raccontato di essere andato con Melania e la figlioletta Maria Vittoria a Colle San Marco poco dopo pranzo, e di aver perso le tracce della moglie dopo che questa gli aveva detto che si sarebbe recata ai bagni del bar Il Cacciatore.
E mentre sarà il test del dna mitocondriale a dire a chi appartenevano i capelli neri rinvenuti sul cadavere della donna, gli investigatori in questi giorni stanno anche tentando di scandagliare a fondo il guardaroba di Parolisi, per capire se possano mancare alcuni abiti rispetto a quelli da lui solitamente in uso. Abiti, questa l’ipotesi, che potrebbero essere stati gettati dopo l’omicidio della moglie.
Nei prossimi giorni Mauro Gionni, avvocato della famiglia Rea, potrebbe infine consegnare agli investigatori un video della Rai, risalente al 23 aprile scorso, nel quale si vedono alcuni uomini in divisa camminare sulle tavole di legno del basamento del Chiosco della pineta, anche nella zona in cui è stata repertata l’impronta di scarpe che stanno analizzando i Ris di Roma. Impronta che tuttavia sarebbe stata lasciata quando il sangue dell’omicidio era ancora fresco. Una delle ipotesi degli inquirenti è che questa impronta, parziale e lasciata sul bordo del gradino del camminamento, possa essere stata lasciata il 18 aprile da Parolisi, che cambiandosi i vestiti poggiò il piede per togliersi le scarpe.