Melania, sopralluogo degli inquirenti nel bosco delle Casermette

bosco_casermetteCivitella del Tronto. Poco meno di dieci minuti di cammino, completamente immerso nei boschi della Montagna dei Fiori. E’ il sentiero che dal chiosco della pineta, accanto al quale fu rinvenuto il 18 aprile scorso il cadavere di Melania Rea, sbuca sulla strada provinciale 53 che da via delle Caserme scende verso Cerqueto, una strada che dopo pochi chilometri svolta per imboccare la scorciatoia che porta dritto a Folignano.

E’ il sentiero che hanno percorso questa mattina gli inquirenti teramani che indagano sull’omicidio di Melania nel corso di un sopralluogo a sorpresa e che, questa l’ipotesi ora al vaglio, potrebbe essere stato percorso da chi andò a deturpare il cadavere della donna di Somma Vesuviana. A recarsi tra i boschi di Ripe sono stati i carabinieri di Teramo e il sostituto procuratore Davide Rosati. Il sentiero è stato percorso sia in salita che in discesa. In tutto una ventina di minuti di camminata, meno per una persona allenata. Una via completamente nascosta dal bosco e, quel che più conta, difficile da imboccare (lato Cerqueto) in mancanza di una conoscenza dei posti. Gli inquirenti pensano che passando da questo sentiero chi ha sfregiato il cadavere sarebbe potuto passare pressochè inosservato, anche nei giorni tra il 18 e il 20 aprile quando un notevole spiegamento di forze dell’ordine era alla ricerca di Melania. Al momento per il deturpamento del cadavere della donna è indagato il solo Salvatore Parolisi, in carcere a Castrogno per l’omicidio volontario pluriaggravato della moglie. Gli inquirenti credono poco che in questa operazione il caporalmaggiore sia stato aiutato da un complice. Nelle circa tre ore di sopralluogo gli investigatori hanno anche ricostruito come la scena del delitto si sarebbe potuta presentare a chi, alle 7:34 del 20 aprile, accese e spostò il cellulare di Melania, lasciato il giorno dell’assassinio all’angolo nord-ovest del chiosco e ma poi ritrovato vicino al cadavere. Per capire la visuale di chi (forse il telefonista sinora rimasto anonimo) quel giorno salì dal sentiero gli inquirenti hanno posizionato un telefonino dove rimase il 18 aprile, e fatto stendere una persona per simulare il cadavere di Melania. A quanto trapela no: una persona che quel giorno fosse salita per quel sentiero e si fosse diretta per prendere il cellulare potrebbe non aver notato il cadavere martoriato della donna.

 

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