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Teramo, un laboratorio di ceramica nel carcere di Castrogno: Rasicci non si ferma

Teramo. Riattivare il laboratorio di ceramica artigianale, già esistente, all’interno del carcere di Castrogno. Dopo l’idea del canile provinciale affidato a detenuti selezionati dalla direzione, il vicepresidente della Provincia, Renato Rasicci, lancia un’altra proposta finalizzata al reinserimento dei detenuti all’interno del penitenziario teramano.

“Anche in questo caso” spiega “con una piccola sinergia fra istituzioni e mettendo a disposizione figure professionali, scelte fra i maestri artigiani di Castelli, teniamo viva la nostra tradizione e offriamo una ulteriore opportunità ai detenuti”.

L’occasione è stata data dall’incontro che si è tenuto questa mattina in Provincia, in vista del 26 ottobre, giorno in cui si chiuderà la prima fase del progetto di reinserimento sociale e lavorativo promosso dall’Assessorato alle Politiche sociali, che ha coinvolto 6 detenuti del carcere di Castrogno. Proprio oggi, è stata messa a punto la seconda edizione dell’iniziativa che, considerati i risultati “altamente positivi”, interesserà 16 detenuti per un anno.

Grazie al protocollo d’intesa già sottoscritto un anno fa dalla direzione del Carcere di Castrogno, l’Ufficio esecuzione penale esterna del Ministero della Giustizia e l’Associazione “Uniti contro la droga”, i detenuti, per un giorno a settimana, si occupano della manutenzione delle strade supportati dai cantonieri della Provincia. Al termine di questo percorso, che dura un anno, ai soggetti coinvolti viene rilasciato un attestato con la qualifica di “stradino”.

Oggi, nel progetto, è stato coinvolto anche il Bim e i detenuti, selezionati sulla base di un percorso individuato e monitorato dalla responsabile dell’Uepe, Teresa Di Bernardo, potranno uscire dal carcere senza la sorveglianza della Polizia penitenziaria, per essere seguiti da un dipendente dell’ente che farà loro da tutor.

Questa mattina, alla riunione, era presente, oltre al presidente del Bim, Franco Iachini, anche il presidente dell’associazione Uniti contro la Droga, Pasquale Di Mattia, che da anni collabora con i servizi sociali del carcere e che, fra le altre cose, ha costituito gruppi di auto aiuto sia per i detenuti che per i familiari.

“Stando al rapporto dei servizi sociali, i risultati dell’iniziativa sono molto lusinghieri” ha detto Rasicci “e per questo la direzione del Carcere ha aumentato il numero dei detenuti da inserire nel progetto, inserendo nel programma anche persone sottoposte a misure restrittive alternative al carcere. Grazie alla collaborazione del collega di Giunta, Elicio Romandini, per ognuno di loro viene individuato un programma di formazione e di lavoro con un dipendente che diventa il loro tutor”.

“Tutto il settore si è attivato per questo progetto” ha aggiunto Romandini “con uno spirito di solidarietà e collaborazione davvero fuori dal Comune. Nei prossimi giorni provvederemo a individuare i nuclei ai quali saranno assegnati questi nuovi 16 detenuti”.