“Nel carcere di Castrogno” spiega “si vive una condizione di estrema difficoltà economica, non hanno nemmeno i soldi per la manutenzione dell’ascensore. E questa potrebbe essere una buona fonte di entrate”.
Ogni singolo comune, infatti, potrebbe portare nell’ipotizzato canile i “suoi” cani, pagando una cifra di poco più di due euro. In cambio, sarebbero gli stessi detenuti a prendersi cura degli amici a quattro zampe, unendo così l’aspetto economico a quello più prettamente sociale della pet teraphy.
“Per il momento” conclude Rasicci “resta solo un’idea, ma intanto l’ho lanciata al direttore del carcere. Fermo restando che si potrebbe anche spaziare e non limitarsi solo ai cani, ma agli animali in genere, come ad esempio i cavalli”.
Prosegue, dunque, l’impegno della Provincia nel processo di reinserimento dei detenuti ed il canile andrebbe ad aggiungersi alla scuola di impresa ed al progetto dei cantonieri.